Il morbillo è tornato a uccidere negli Stati Uniti. E questa volta, a cadere sotto i colpi di una malattia che la medicina moderna aveva quasi del tutto debellato è stata una bambina di otto anni, residente in Texas. La piccola, non vaccinata ma senza alcuna patologia pregressa, è morta in seguito a complicazioni legate al morbillo. È il secondo decesso da morbillo registrato nel Paese in oltre un decennio.

Un fatto di cronaca che ha scosso l’opinione pubblica americana e che sembra aver innescato un cambio di passo clamoroso da parte di uno dei più noti esponenti del fronte antivaccinista: Robert F. Kennedy Jr.

Una morte che scuote le certezze

La notizia ha fatto rapidamente il giro dei media nazionali. Secondo quanto riferito dalle autorità sanitarie del Texas, la bambina non risultava affetta da patologie croniche o condizioni di immunodeficienza: era, dunque, in condizioni di salute normali e avrebbe potuto essere protetta con una semplice dose di vaccino.

Una situazione che ha riacceso il dibattito sulla cosiddetta “esitazione vaccinale”, sempre più diffusa negli Stati Uniti, anche a causa di posizioni fortemente critiche nei confronti dei vaccini da parte di personaggi pubblici. Tra questi, spicca Robert F. Kennedy Jr., figlio di Robert Kennedy e nipote dell’ex presidente John Fitzgerald Kennedy, attualmente candidato indipendente alle elezioni presidenziali del 2024.

Kennedy Jr. e l’inversione a U

Storicamente vicino al movimento no vax, Kennedy Jr. ha spesso messo in dubbio la sicurezza dei vaccini e criticato le politiche sanitarie federali. La sua attività attraverso il Children’s Health Defense, organizzazione da lui fondata, è stata più volte oggetto di critiche da parte della comunità scientifica e di fact-checking da parte dei media per la diffusione di disinformazione sui vaccini.

Eppure, a seguito della tragedia texana, Kennedy Jr. sembra aver rivisto la propria posizione. In un’intervista rilasciata alla stampa americana, ha dichiarato:

“Il vaccino trivalente MMR (morbillo, parotite, rosolia) è uno strumento efficace per prevenire il morbillo. Non possiamo ignorare l’importanza della vaccinazione, soprattutto nei bambini.”

Una frase che segna una svolta radicale rispetto alle sue precedenti dichiarazioni, tanto da suscitare reazioni contrastanti anche tra i suoi sostenitori.

Le motivazioni del dietrofront

Secondo fonti vicine alla sua campagna elettorale, Kennedy Jr. avrebbe compreso che una posizione eccessivamente rigida in materia sanitaria rischia non solo di alienare l’elettorato moderato, ma anche di rafforzare l’immagine di un candidato “estremo”. Il decesso della bambina avrebbe avuto un peso umano e politico troppo grande per essere ignorato.

“C’è una crescente consapevolezza del fatto che le posizioni oltranziste sui vaccini non trovano più lo stesso consenso di un tempo”, ha spiegato un analista politico del Washington Post. “Kennedy Jr. sta cercando di presentarsi come una figura equilibrata, in grado di correggere il tiro quando necessario”.

Il ritorno del morbillo: un campanello d’allarme

Negli ultimi mesi, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno segnalato un aumento dei casi di morbillo in diversi Stati, attribuito in larga parte alla diminuzione delle coperture vaccinali nei bambini.

Secondo l’OMS, la soglia di sicurezza per la cosiddetta “immunità di gregge” contro il morbillo è pari al 95%. In molte aree degli Stati Uniti, tale soglia non viene più raggiunta. Il morbillo, ricordiamolo, non è una malattia banale: può portare a polmoniti gravi, encefaliti e, nei casi peggiori, alla morte.

La morte della bambina texana è un campanello d’allarme che richiama la necessità di una comunicazione pubblica chiara, basata sulla scienza e non sulla paura.

Reazioni e polemiche

L’improvviso cambio di tono di Kennedy Jr. ha provocato reazioni contrastanti. Mentre alcuni lo hanno elogiato per la capacità di mettersi in discussione, altri parlano di una mossa opportunistica, dettata dal clima elettorale e non da reali convinzioni.

“È positivo che abbia finalmente riconosciuto l’importanza del vaccino contro il morbillo, ma non possiamo dimenticare gli anni in cui ha contribuito a seminare dubbi”, ha dichiarato un pediatra del Massachusetts intervistato dalla CNN.

Sui social, intanto, si moltiplicano i commenti. C’è chi lo accusa di incoerenza e chi, invece, lo ringrazia per aver finalmente dato un segnale positivo.

Un segnale di responsabilità?

Resta da capire se questa presa di posizione rappresenti un punto di svolta definitivo o solo un’eccezione dettata dalla contingenza. Kennedy Jr. non ha infatti fatto marcia indietro sulle sue altre battaglie contro la cosiddetta “big pharma” o le autorità sanitarie federali.

Tuttavia, il fatto che proprio lui – simbolo di un certo tipo di scetticismo anti-scientifico – abbia riconosciuto l’utilità del vaccino trivalente MMR rappresenta un passaggio simbolicamente importante.

Un piccolo passo, forse, verso un ritorno alla fiducia nella medicina basata sulle evidenze. Un passo che arriva tardi, troppo tardi per una bambina di otto anni che avrebbe potuto essere ancora viva.