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Da un’elaborazione del Centro studi enti locali, che ha analizzato dati provenienti da fonti autorevoli come il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), la Banca d’Italia e l’Istat, è uscito fuori che 1 comune su 4, considerando quelli calabresi, ha applicato la tassa di soggiorno. La ricerca ha rivelato che, dal 2019 al 2023, 67 comuni calabresi su un totale di 404 hanno incassato questo tributo, pari al 25% degli enti che avrebbero potuto applicarlo, ovvero 271 comuni.
L’imposta di soggiorno può essere istituita dai capoluoghi di provincia, dai comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o delle città d’arte, e da quelli situati nelle isole minori. In Calabria, il numero dei comuni che ha usufruito di questa possibilità è cresciuto nel tempo: dai 49 del 2019, si è passati a 53 nel biennio 2020-2021, fino a raggiungere 67 comuni nel 2022 e nel 2023. Tra i comuni che hanno adottato questa tassa si trovano Cosenza e Rende, due importanti centri della provincia cosentina.
Recentemente, l’imposta di soggiorno è tornata al centro del dibattito a seguito di anticipazioni riguardanti una possibile revisione normativa. Secondo alcune indiscrezioni circolate su una bozza di decreto, l’applicazione del tributo potrebbe essere estesa a tutti i comuni italiani, non solo a quelli attualmente eleggibili.
Questa prospettiva ha generato preoccupazione in diverse aree: a Rende, gli albergatori locali hanno espresso il loro dissenso. La protesta è nata dal timore che la tassa possa avere un impatto negativo sulle prenotazioni turistiche, scoraggiando i visitatori e riducendo le presenze in una zona che, negli ultimi anni, ha cercato di rilanciare il proprio appeal turistico.
Gli albergatori di Rende sostengono che, in un contesto economico già sfidante, l’imposta di soggiorno rappresenti un ulteriore ostacolo. Essi temono che i turisti, attratti da altre località meno costose, possano decidere di evitare il territorio, con ripercussioni significative sull’economia locale. La preoccupazione riguarda anche la possibilità di estensione della tassa a livello nazionale, che potrebbe aggravare ulteriormente la situazione.