Le risorse non ci sono: soltanto 5 milioni di euro disponibili sui 65 necessari per assumere i tirocinanti calabresi. I tempi stringono: la scadenza dei progetti formativi che tengono i precari sulla linea di galleggiamento è fissata tra ottobre e novembre. La prospettiva è preoccupante: Cgil, Cisl e Uil prefigurano il passaggio «dalla precarietà all’emergenza sociale» e chiamano in causa la politica. La prospettiva è quella di avere 4.200 persone senza un sostegno per sancire «il fallimento del sistema politico calabrese, incapace di trovare una degna soluzione a una situazione che si protrae da oltre 10 anni e che, a detta ormai di tutti, rappresenta una vera e propria vergogna». È l’eterno ritorno della vertenza dei tirocinanti con il precipizio che si avvicina

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