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La tensione è alle stelle alla Ferrovie della Calabria, dove i lavoratori sono in fermento dopo il mancato rinnovo dei contratti aziendali. Le tensioni sono emerse quando l’azienda ha dichiarato la necessità di rescindere gli accordi esistenti, scatenando l’ira dei dipendenti.
Le parole del sindacato SUL, che rappresenta i lavoratori, dipingono un quadro allarmante. L’azienda sembra voler razionalizzare i costi e armonizzare la contrattazione per prepararsi alle sfide future, ma a pagare il prezzo sembrano essere solo gli operai, autisti e impiegati di base. Nel frattempo, le figure apicali sembrano essere state esentate da questi provvedimenti, suscitando sospetti sul reale intento del management.
Le promozioni interne senza una chiara comunicazione sui tagli di spesa o sulle misure di razionalizzazione hanno ulteriormente alimentato le tensioni. È evidente un’assenza di trasparenza e di equità nel trattamento del personale.
Il sindacato SUL solleva giustamente delle domande riguardo agli “affidamenti dei servizi di consulenza”, alle “indennità posizione organizzativa speciale” e agli “incentivi tecnici” che sembrano aver comportato spese ingiustificate. Anche i costi di gestione di alcune attività, come il “Servizio turistico Treno della Sila” e i “Contenziosi Legali”, vengono messi sotto accusa per una gestione poco oculata.
La situazione si fa ancora più scottante quando si scopre che premi di produzione sono stati riconosciuti durante l’emergenza COVID, mentre i dipendenti erano in cassa integrazione. Questi fatti sollevano dubbi sulla gestione aziendale e sulle reali intenzioni del management.
Il sindacato SUL è pronto a mobilitarsi per difendere i diritti dei lavoratori, non esitando a portare avanti azioni in tutte le sedi necessarie. È cruciale che venga fatta luce su queste pratiche discutibili e che si adotti un approccio equo e trasparente nei confronti di tutti i dipendenti della Ferrovie della Calabria.