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«Ancora una volta la macchina della burocrazia italiana miete vittime e a farne le spese sono, come sempre, i cittadini appartenenti alla fasce più deboli. Dagli anni 90 si parla di sburocratizzare l’apparato della Pubblica Amministrazione, riforme legislative, digitalizzazione , costituzione di organi ministeriali ad hoc, devono sempre cedere il passo rispetto a meccanismi tortuosi e antidemocratici, ad uffici pubblici con carenza di organico e via dicendo. Oggi vogliamo parlare di una delle vertenze della cd “Vertenza Calabria” e dunque degli ex tirocinanti della Regione Calabria in servizio presso le Istituzioni Scolastiche calabresi che prestano servizio a titolo gratuito.
Si tratta degli ex tirocinanti che lavorano presso le scuole del nostro territorio con la chimera di una futura stabilizzazione. Allo stato dell’arte, tuttavia, gli ex tirocinanti, che hanno regolarmente preso servizio, non solo non hanno prospettive a lungo termine, perché assunti con contratto a tempo determinato, ma non percepiscono stipendio a causa di intoppi burocratici che né la politica, né il Ministero, né gli uffici preposti ai pagamenti riescono a sdoganare.
È per questo che sosterremo le proteste dei tirocinanti e diffideremo gli Uffici competenti e gli Organi Ministeriali centrali e locali, per difendere un sacrosanto principio: il lavoro va pagato. Il 16 gennaio abbiamo previsto presso la nostra sede di Cosenza, in Piazza della Vittoria, una assemblea dei lavoratori interessati che si svolgerà in modalità mista e che veicoleremo sui media per raggiungere anche chi risiede in zone della nostra Provincia più lontane.
Insisteremo con gli Uffici affinché si adoperino per i pagamenti il più velocemente possibile ma anche con gli apparati politici, affinché finalmente si prendano le proprie responsabilità. Auspicando una soluzione veloce che soddisfi pienamente i lavoratori, siamo già pronti a rivolgerci alle Autorità Giudiziarie per tutelare i diritti dei lavoratori e per chiedere, oltre agli stipendi, il riconoscimento del risarcimento dei danni, per chi, ingiustamente, ha aperto il 2024 così come ha chiuso il 2023, cioè senza stipendio. La regolare retribuzione è riconosciuta dalla Costituzione e deve essere la regola e non la eccezione. Non vogliamo “contentini”, vogliamo diritti».