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Riprende a crescere il costo del carburante e gli automobilisti tornano a preoccuparsi temendo nuovi salassi. A settembre i prezzi salirono alle stelle, tanto che perfino ai self potevano superare i 2 euro al litro.
Nell’area urbana di Cosenza l’impennata è diventata evidente da qualche giorno e ieri si è toccata quota 1,816 euro per il gasolio e 1,867 euro per la benzina. Numeri importanti, ma ancora non al livello di quelli che suscitarono disappunto unanime in seno alla popolazione qualche mese fa. Si tratta di circa 0,015-0,020 in più rispetto a quella che era la quotazione media regionale, consultabile sul sito del Ministero delle Imprese del Made in Italy.
I portali specializzati legano il continuo rialzo del costo del carburante all’aumento delle quotazioni del petrolio e del prezzo medio del greggio nel mercato internazionale. Secondo gli analisti sono destinati a lievitare ancora nelle prossime settimane. Ad incidere, nonostante nei primi giorni di gennaio la soglia del costo del carburante si aggirasse intorno ad 1,759 euro al litro, è stata anche l’escalation che si sta registrando in Medio Oriente.
La guerra tra Israele e Palestina e la conseguente instabilità dell’area non aiutano a calmierare i prezzi delle materie prime, né autorizzano ad ipotizzare la fine delle ostilità in tempi rapidi. La situazione, di conseguenza, trova sbocco nel paradigma dello scenario economico che, come prima cosa, ha impattato negativamente sul prezzo di carburanti ed energia. Dopo quanto già vissuto con l’invasione russa in Ucraina del febbraio 2022, i consumatori e gli automobilisti incrociano le dita.