Il discarico automatico delle cartelle esattoriali, previsto nella riforma della riscossione del governo Meloni, entrerà in vigore da gennaio. Tuttavia, è importante chiarire che il provvedimento non cancella il debito, ma solo la cartella esattoriale. La differenza è cruciale: la cancellazione delle cartelle riguarda i ruoli, ovvero gli atti di riscossione, ma il debito originale rimane ancora in capo al contribuente.

Cancellazione cartelle esattoriali, come funziona

La cancellazione automatica riguarda solo le cartelle vecchie di almeno cinque anni e i crediti che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione considera difficilmente recuperabili. Non si tratta di un azzeramento del debito, ma di una semplificazione delle operazioni di riscossione. Il debito potrebbe essere restituito all’ente creditore, che potrebbe decidere di annullarlo o tentare altre azioni per recuperarlo, anche riaffidandolo a un concessionario esterno.

Chi beneficia

In sintesi, questo provvedimento avvantaggia solo contribuenti nullatenenti, deceduti o falliti, ovvero quei soggetti dai quali il Fisco non può più riscuotere. Coloro che possiedono beni pignorabili, ricevono uno stipendio o una pensione, non beneficeranno della cancellazione automatica, poiché rimangono comunque esposti a procedure di riscossione forzata, come pignoramenti o ipoteche.