I soci lavoratori della Cooperativa Next Elettronica di Piano Lago, nel comune di Mangone, cercano di scongiurare il prematuro tramonto della prima iniziativa di workers buy out mai attivata in Calabria da quando, nel 1985, la Legge Marcora ha introdotto questo strumento di salvataggio per le imprese in crisi. Con i soldi della Naspi, in quindici hanno scommesso sul rilancio della fallita Freelink, tentando di rimettere in piedi le attività di produzione di software gestionali e microchip, molto richieste da un mercato ampio ed in continua evoluzione.

Ma quattro anni dopo l’inizio dei questa esaltante e però complicata avventura, i conti della cooperativa sono in rosso con il rischio di dover chiudere lo stabilimento e lasciarlo nelle mani di una società finanziaria, la Sardaleasing, che ha concesso alla Next un finanziamento di circa 750mila euro con la formula del leaseback. Già notificata l’intimazione di sfratto: entro il 2 febbraio bisogna sloggiare e dare l’addio definitivo al sogno di un futuro occupazionale e di prosperità.

Tra i soci fondatori della cooperativa, oltre ai lavoratori che hanno contribuito al capitale sociale con un apporto di 320mila euro, figurano anche Coopfond, ovvero il Fondo Mutualistico di Legacoop il cui investimento è stato di 120 milaeuro, e Cfi – Cooperazione Finanza e Impresa, investitore istituzionale vigilato dal ministero delle imprese e del Made in Italy, fondato appunto in seguito alla entrata in vigore della Legge Marcora per sostenere la rigenerazione delle imprese in crisi o in fallimento.

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L’apporto di capitale alla Next Elettronica da parte di Cfi è stato di 150mila euro nella fase costitutiva con una ulteriore deliberazione di 350 mila euro, ma a titolo di finanziamento, già rimborsato, necessario alla cooperativa per riuscire ad acquistare dalla curatela fallimentare, per un importo di 800 mila euro, l’intero compendio aziendale, quindi il capannone e le relative attrezzature.

Questa operazione si è perfezionata anche grazie ad un leaseback concesso, grazie alla intermediazione della stessa Cfi, da Sardaleasing, finanziaria del gruppo Bper. Il leaseback ha consentito di ottenere una liquidità di poco meno di 745mila euro con cui si è fatto fronte anche alle spese notarili, a tutti i costi connessi alla partecipazione all’asta giudiziaria, ai rimborsi dovuti a Cfi ed al pagamento dei primi canoni mensili dovuti alla Sardaleasing.

Nel frattempo sarebbe dovuta ripartire l’attività industriale. Ma le procedure tecniche di perfezionamento delle impegnative operazioni finanziarie sopradescritte, si sono protratte fino alla primavera del 2022. Senza una ben precisa identità, senza bilanci consolidati e con modesti capitali disponibili, la cooperativa, nonostante gli sforzi, non è riuscita a mantenere le certificazioni di qualità di cui era in possesso la precedente Freelink né ad acquisirne di nuove.

Si tratta di un lasciapassare indispensabile per intercettare le commesse milionarie disponibili in un comparto, quello dell’elettronica, in costante fermento e aggiornamento. Nello stabilimento di Piano Lago, tanto per fare un esempio, è possibile sviluppare microchip per la lettura a distanza dei contatori del gas o dell’acqua, ma anche rilevatori di calore per la prevenzione degli incendi boschivi. Ci sarebbero anche risorse disponibili da bandi pubblici a cui però, per accedere, è necessario disporre di bilanci e fatturati utili a testimoniare la solvibilità dell’azienda. In sostanza, alla Next vi sono le competenze e le attrezzature per operare, ma il prolungato stop da cui l’azienda proviene non offre le garanzie necessarie per attrarre potenziali clienti o per accedere agli avvisi della pubblica amministrazione.

La paralisi ha poi comportato il mancato pagamento di alcune rate del leaseback per un ammontare di circa 60mila euro. Per cui la Sardaleasing ha avviato la procedura di acquisizione del capannone e dei macchinari, intimando alla cooperativa di lasciare liberi i locali entro il prossimo 2 febbraio. Senza esito per il momento l’invito della Fiom ai due soci fondatori, Cfi e Coopfond, di effettuare nuovi apporti di capitale per rimettere i conti in equilibrio e fare partire finalmente le attività che dovrebbero consentire poi a Next Elettronica, di conquistare una fetta di mercato sufficiente a fronteg giare gli impegni assunti e di garantire una redditività ai soci lavoratori.

Il 23 gennaio prossimo è in calendario un tavolo nella sede della Regione, con tutte le parti interessate, per cercare di trovare una soluzione alla vertenza. Per scongiurare la chiusura e la conseguente perdita dei livelli occupazionali, nella mattinata di oggi, 16 gennaio, i soci lavoratori hanno manifestato con un sit-in organizzato davanti l’ingresso del capannone. Con loro il segretario della Fiom Cgil Calabria Umberto Calabrone ed il segretario generale del sindacato Massimiliano Ianni. Presente per un sostegno istituzionale, anche il vicepresidente del consiglio regionale Franco Iacucci.