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di Alessandra Bruno
Un anno fa Nuccio Ordine, storico della letteratura, saggista e critico letterario italiano, ci ha lasciato. La sua commemorazione si è tenuta ieri, 10 giugno, presso la Dimora Storica Giostra Vecchia a Cosenza. L’incontro è stato un viaggio fra i suoi libri, reso suggestivo dalle performances di due giovani artisti, Daniel Cundari poeta e scrittore e Mattia Salemme musicista. Moderato da Franco Laratta, Centro Internazionale Studi Gioachimiti, l’incontro è stato animato anche dall’intervento di Chiara Cassiani, professoressa dell’Università della Calabria.
«Daniel e Mattia mi hanno affascinato per l’originalità e la densità che hanno caratterizzato questo spettacolo di parole e musica. Hanno ricucito con la loro totale organicità una serie di citazioni e interessi che Nuccio Ordine aveva, comunicava ai suoi studenti e scriveva nei suoi libri. Citazioni che hanno restituito a Nuccio tutto il mare vastissimo di letteratura su cui lui aveva indagato attraverso i libri» racconta la professoressa Cassiani. Daniel Cundari e Mattia Salemme hanno reso omaggio a Nuccio Ordine attraverso la letteratura che restituisce al personaggio la sua identità. Come viene ricordato da chi l’ha vissuto, da chi ha avuto l’onore e il piacere di poterlo vivere, la vivacità di Ordine si esprime attraverso un lessico materico, che colpisce, fatto di parole che arrivano in profondità.
La sua forza interiore ha disegnato un percorso eroico dell’uomo contemporaneo che affronta una serie di questioni capitali ed esistenziali. «Daniel e Mattia hanno ripercorso i temi della verità e della menzogna e questo ci ha permesso di ricordare Nuccio quando spiegava l’Orlando Furioso; poi il tema del sogno e ancora la citata parola “eretico”. Lui insisteva costantemente sul fatto che bisogna essere eretici, perché solo gli eretici riescono a dire qualcosa in più all’umanità. E nell’uscire fuori dalle righe, rischiando di non essere amati, si resta soli e da qui il tema della solitudine. Una citazione della citazione ha caratterizzato le performances dei due artisti che hanno fatto parlare ciò che Nuccio Ordine aveva letto e che ancora non aveva organizzato in questa maniera. Sarebbe entusiasta di voi» si congratula la professoressa Cassiani. Durante lo spettacolo, viene citata la natura che si nasconde nei testi rinascimentali: Dio è dentro la natura, è dentro di noi; e poi il tema del possesso in amore; la sete del guadagno, guidato da una grandissima curiosità che spingeva Nuccio Ordine ad indagare le diverse letterature.
Egli credeva fermamente nell’unità dei saperi: letteratura, musica, pittura, bellezza e all’ interno dell’ unità dei saperi riscopriva la verità del filosofo. In questo viaggio fra i libri per ricordare Ordine, esploratore fortemente curioso, non poteva mancare la poesia “Itaca” di Costantino Kavafis che fa riaffiorare il senso del viaggio: ogni testo letterario è un viaggio, dove l’importante non è la meta da raggiungere ma il viaggio stesso. E poi la performance di Daniel Cundari e Mattia Salemme su Miguel de Cervantes che richiama il tema del cavaliere errante, alla base di molti testi letterari che Nuccio spiegava: erranza anche come accettazione dell’errore, perché bisogna sbagliare per crescere.
Ancora, la performance su Calvino con “L’inferno dei viventi”, che Ordine aveva inserito in un libro su Giordano Bruno “La soglia dell’ombra” dove parla della difficoltà nel perseguire obiettivi culturali in una società che sempre meno pensa, che ci consuma e ci tormenta. «Non bisogna dimenticare che la letteratura è vita. Le domande che si fanno ai testi letterari corrispondono alle nostre necessità di vita esistenziali e i classici della letteratura danno sempre una risposta» conclude la professoressa Cassiani.
Si rinnova il percorso di uno studioso attraverso uno spettacolo, spiega Daniel Cundari «Ho cercato di rendere vivi alcuni tra gli autori e i personaggi più complessi della storia della letteratura, facendo dialogare Cervantes con Octavio Paz, Giordano Bruno con Angelo Maria Ripellino, Schopenhauer con Calvino, Camus con Chesterton, Rimbaud con Dino Campana, Telesio con Kavafis: facendo ricorso alle radici di un apprendistato poetico che perdura da oltre vent’anni. Spero di aver trasmesso, almeno per un istante, quella fiamma che anima lo spirito degli uomini curiosi della vita. Della memoria, dell’ombra e della verità. Il resto è una grande bugia che dobbiamo riempire di amore e di passione» . Il messaggio per i giovani è forte nell’acquisire consapevolezza che il superamento dell’ombra è un passaggio necessario per la conoscenza. Passione e determinazione hanno fatto rivivere attraverso manifestazioni artistiche ciò che Nuccio Ordine non aveva ancora pensato.