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Il Cosenza Groove Festival, rassegna interamente dedicata al mondo delle percussioni, ha celebrato la sua sesta edizione con una serie di eventi che hanno trasformato il Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” in un centro pulsante di ritmi, suoni e formazione di alto livello. A dirigere il maestro Tarcisio Molinaro, percussionista dell’Orchestra del Festival di Sanremo e docente titolare della cattedra di Strumenti a Percussione. Il festival si è consolidato come appuntamento fisso della programmazione artistica del Conservatorio, attirando studenti, appassionati e professionisti del settore.
Cosenza Groove Festival, una vetrina internazionale di talento e didattica
Il festival si è aperto dal 19 al 21 maggio con una Masterclass tenuta da Christos Rafalides, acclamato vibrafonista jazz di origini greche, formatosi nella scena newyorkese. Rafalides, noto per le sue collaborazioni con artisti del calibro di Wynton Marsalis, Christian McBride e Chaka Khan, ha guidato gli studenti tra vibrafono, marimba e musica d’insieme, condividendo esperienze maturate nei più prestigiosi palchi internazionali, dal Lincoln Center di New York ai tour con la Charles Mingus Epitaph Band.
Dalla tradizione classica ai linguaggi etnici e moderni
Il 22 e 23 maggio è stata la volta di Paolo Cimmino, specialista dei tamburi a cornice, con un percorso tra repertori classici ed etnici. Dal Teatro San Carlo di Napoli ai festival europei, Cimmino ha mostrato le potenzialità ritmiche e timbriche degli strumenti a percussione. In parallelo, Gianni Di Carlo ha condotto un laboratorio dal tamburo militare alla batteria, raccontando la sua esperienza con la Banda dell’Esercito Italiano e approfondendo tecniche e rudimenti perfezionati in Svizzera e in Italia.
Un pubblico entusiasta riempie l’Auditorium Luciani
Il Cosenza Groove Festival si è concluso con due concerti, il 21 e il 23 maggio, che hanno registrato il tutto esaurito all’Auditorium “Luciano Luciani”. Addetti ai lavori, studenti e semplici curiosi sono stati rapiti da un’atmosfera unica, tra emozioni, ritmo e condivisione. Un successo che conferma il valore del festival come spazio di crescita artistica e confronto, oltre che vetrina d’eccellenza per il Conservatorio Giacomantonio. Il denominatore comune? Un’unica, potente parola: Groove.