Successo per l’ apprezzatissimo fotografo calabrese, Francesco Ciardullo, al Salone Internazionale del libro Torino con il suo libro: “Sila. Il piacere della lentezza”. Edito da Rubbettino che lo ha ospitato nell’area talk dello stand. Apprezzamenti da parte della critica. Per il fotografo e docente al linguaggio fotografico Paolo Ranzani: «La fotografia di Francesco invita alla lentezza e sulla lentezza sono stati scritti tanti testi ed è anche diventato un modo di vivere ad esempio con lo Slow food e cioè il ritorno a cibarsi con quella attenzione che forse avevamo perso inseguendo un Fast su ogni cosa».

Quindi è una fotografia anche utile che porta alla riflessione, al filosofeggiare sulla vita sul tempo che passa su come l’uomo cambia le cose a volte in meglio a volte ahimè in peggio. Ma è necessario questo nuovo tempo a cui dobbiamo fare riferimento per poter comprendere sia il passato vissuto sia il futuro che ci attende.” Ogni foto di Francesco è uno studio, una ricerca lenta e approfondita. Ogni foto è un dipinto, uno spettacolo di colori, un’illusione reale.

In un istante Francesco fissa un attimo in un tempo infinito. Così la fotografia sembra non esistere più, perché è così vera, così viva, così reale. Più che una foto, sono i suoi occhi che raccontano, che trasmettono emozioni, che restituiscono purezza. Lo splendido libro fotografico nasce nel 2020 a fine del primo lockdown, dove tutti siamo stati chiamati a chiuderci in casa.

Ciardullo ha vissuto quei mesi drammatici inseguendo in Sila lo scorrere lento del tempo, i colori della natura che improvvisamente era tornata nel suo più grande splendore. «Metaforicamente racconto attraverso le fotografie la lavorazione del terreno e della natura. Noi non possiamo velocizzare un tramonto, oppure sconvolgere il ciclo naturale della nascita di una pianta e la sua fioritura. Parlo quindi dell’attesa. Elemento fondamentale nelle mie fotografie. La natura ci insegna che tutto ha bisogno di tempo. Del suo tempo. E noi abbiamo bisogno del nostro tempo per fare le cose nel giusto modo e piacere».

Si potrebbe dire che la lentezza è anche solo fermarsi ad ammirare un panorama. «In un mondo che corre, la vera libertà è quella di decidere cosa fare del proprio tempo. Tutto si può comprare, ma non il tempo, che non ha prezzo». Ciardullo è convinto che la lentezza sia dentro ognuno di noi e ci permette di sentire, vedere, assaporare la vita da un altro punto di vista.

«È così. Nella lentezza c’è il gusto di “godersi” attimi di vita, di guardare i dettagli, di vivere nel presente passo dopo passo. In Sila ho fotografato luoghi che trasmettono tranquillità e accoglienza. Una natura silente e contemplativa. Dovremmo tutti ricordare che l’uomo non è programmato per essere troppo veloce».

Nelle foto di Ciardullo l’uomo è il grande assente, ma ci sono alcune foto dello stesso identico luogo, fatte a distanza di mesi. L’obiettivo è mettere in luce lo scorrere naturale del tempo. Senza mai la presenza dell’uomo. Si capisce bene quanto Ciardullo non apprezzi affatto lo scorrere veloce del tempo. «La lentezza ci aiuta a immergerci nel piacere della memoria, del racconto, dello sguardo. La velocità, invece, rimuove e cancellare. Come accade nella comunicazione tecnologica: un messaggio cancella subito il precedente. E tutto svanisce in attimo». E poi Francesco ricorda William Shakespeare: “Scalare colline ripide richiede inizialmente un passo lento”.