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Anche l’Oratorio di San Marco a Rossano potrebbe essere annoverato tra i patrimoni dell’umanità dell’Unesco. È quanto sta valutando l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura che ha pubblicato di recente la tentative list insieme al Comune di Gerace, il Battistero di Santa Severina, la Cattolica di Stilo ed il Monastero ortodosso di san Giovanni Theristìs a Bivongi.
L’organizzazione ha candidato i cinque siti nell’ambito del percorso seriale “Testimonianze della cultura italo-greca tra Alto e Basso Medioevo”. In questo solco storico Rossano assume un ruolo di primo piano anche per essere stata sede dello “stratego”, il capo militare dell’Impero bizantino, che nella città alta ha lasciato importanti segni dell’architettura di quell’epoca come – appunto – l’Oratorio di San Marco e la chiesa della Panaghia.
Il sito seriale, così come costituito, per l’Unesco «testimonia non solo la “bizantinizzazione” della penisola italiana attraverso le campagne militari di riconquista guidate da Costantinopoli ma anche la diffusione del monachesimo orientale». Questa “seconda ellenizzazione”, in cui Rossano ha un ruolo importantissimo come anello di congiunzione e «terreno fertile di incontro tra il Mediterraneo antico e l’Europa medievale. Questo diffuso e duraturo fenomeno ebbe le sue fasi principali tra l’VIII e l’XI secolo».
I cinque siti hanno superato quattro criteri dal valore universale. Per l’Unesco, tra gli altri parametri adottati, la proposta di candidatura per il sito seriale “Testimonianze della cultura italo-greca tra Alto e Alto Medioevo” «costituisce un inestimabile patrimonio di architettura e arte, espressione delle radici e dello sviluppo della cultura e della religione greca in Italia. Le sue origini classiche e l’esperienza della dominazione bizantina ne fanno una porta per la continuazione della civiltà greco-ortodossa in Italia e in Europa».
Non è la prima volta
Alcuni di questi siti, nell’ambito dei complessi basiliano-bizantini, sono già stati inseriti nella tentative list del 2006. Si tratta dell’Oratorio rossanese di San Marco, la Cattolica di Stilo, il Battistero di Santa Severina, il Monastero ortodosso di san Giovanni Theristìs a Bivongi e la Basilica di Santa Maria di Roccella. Furono iscritti tra le candidature, insieme al complesso monastico di Santa Maria del Patire, sempre a Rossano, che in questi anni sta compiendo un percorso specifico per essere annoverato nel patrimonio Unesco e, quindi, affiancare il Codex Purpureus Rossanensis, già bene dell’umanità dal 2015.
L’Oratorio di San Marco a Rossano
Tra i cinque siti, Costruito tra il IX e il X secolo, l’Oratorio di San Marco rappresenta «uno dei migliori esempi di architettura sacra bizantina antecedente l’anno Mille. Incarna austerità e dignitosa semplicità nella sua concezione architettonica. Sorge su uno sperone calcareo situato nel settore sud-orientale dell’attuale centro storico di Rossano – è riportato nelle motivazioni – città natale di San Nilo. Dedicata in origine a Sant’Anastasia, era probabilmente la chiesa di un complesso monastico femminile. La Chiesa di San Marco nasce come oratorio bizantino dedicato all’ascesi comunitaria dei monaci eremiti che abitavano nelle sottostanti grotte di tufo. Il piccolo oratorio veniva utilizzato per la preghiera comunitaria, la meditazione, il canto corale e, soprattutto, la lettura dei testi sacri. Costruita con materiali poveri e dall’impianto semplice, si affaccia con le sue absidi verso l’oriente bizantino-greco. La pianta dell’edificio, tipicamente orientale, è a forma di croce greca inscritta in un quadrato. La piazza, completata all’estremità est da tre absidi semicircolari, è coronata da cinque cupoline con rocchi cilindrici. Ognuna delle piccole absidi presenta una bifora sorretta da colonnine sormontate da capitelli a cuscino. All’interno della chiesa si trovano pilastri in muratura intonacati a sostegno della cupola».
Iter lungo e tortuoso
Insomma, il percorso per essere annoverati quali beni patrimonio dell’umanità è ancora lungo e Rossano, in questo particolare contesto, potrebbe – nei prossimi anni – vantarne addirittura altri due insieme al Codex Purpureus Rossanesis: il complesso monastico del Patire e l’Oratorio di San Marco. La tentative list è solo l’inizio del percorso.