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Il libro “A bordo. Diario di un salvataggio” è una testimonianza profonda di un’operazione di salvataggio in mare, un’opera che non si limita al mero fatto di cronaca – la deriva di cinquantasette uomini nel mar Mediterraneo – ma dà voce alle storie di coloro, migranti e soccorritori, che spesso nella frenesia dell’informazione moderna non hanno neppure un volto. Se n’è parlato sabato 9 novembre 2024 all’auditorium Sant’Agostino di Paola, alla presenza dell’autrice dell’opera, la giornalista Rosalba Reggio, inviato de Il Sole 24 Ore. Al tavolo dei lavori hanno preso parte anche il sindaco della città tirrenica, Giovani Politano, il vicesindaco e assessore Maria Pia Serranò, e l’avvocato Giuseppe Bruno.
A bordo della Geo Barents
Nel 2023 la nave Geo Barents di Medici Senza Frontiere sbarca nel Mediterraneo per soccorrere una sessantina di uomini alla deriva. La giornalista Rosalba Reggio sale a bordo per documentare la vicenda, ma quando torna a terra si rende conto che quella esperienza le ha toccato le corde dell’anima e decide di mettere le sue emozioni nero su bianco. «Il libro è un un reportage, è essenzialmente un diario di una mia esperienza professionale, ma soprattutto di un’esperienza umana – ha detto la cronista ai nostri microfoni -. Mi sono imbarcata per nove giorni nella nave di soccorso di Medici Senza Frontiere nel Mediterraneo e ho partecipato un’operazione di salvataggio sui gommini di cinquantasette giovani uomini».
Ingiustizia e umanità
Durante quel periodo, la giornalista Rosalba Reggio ha sentito storie e visto immagini che difficilmente potrà dimenticare. «Ho provato un grande senso di ingiustizia perché, per una casualità, c’è chi nasce in posti terribili del mondo e per, la stessa casualità, noi viviamo in un mondo in pace e ricco, non è giusto. Al tempo stesso ho provato anche un grande senso di umanità, perché in quei luoghi dove c’è bisogno di tutto e dove le persone con grande amore danno, perché gli operatori delle Ong questo fanno, ti rendi conto – conclude – della vera natura dell’animo umano, del fine ultimo, che è appunto l’empatia, essere in relazione con gli altri. Quindi è una bella lezione di vita».