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Mentre Moriva, edito da Eta Beta, è il romanzo d’esordio di Giuseppe Zanfini, primo dirigente della Questura di Cosenza con la passione per la scrittura. Si tratta di un avvincente racconto, con risvolti di carattere psicologico e con la descrizione di uno spaccato della storia del Paese, quella scandita dal terrorismo degli anni di piombo.
Nella narrazione si intrecciano le vicende di un brigatista e di un fotografo, inviato dal direttore del suo giornale a scattare una istantanea della liberazione del criminale, scarcerato dopo aver scontato la sua pena lunga 26 anni. Quell’uomo però è anche l’assassino del papà del fotografo, un maresciallo della polizia di stato. In questo contesto le figure dei due protagonisti vengono sottoposto ad un profondo processo di introspezione che culminerà in un finale imprevedibile e carico di emotività.
«C’è poi un terzo personaggio – ha spiegato Zanfini – un compagno di cella del brigatista, un delinquente comune che nel romanzo rappresenta sostanzialmente la sua coscienza. Ho pensato di scrivere questo libro – ha aggiunto – dopo aver letto “Spingendo la notte più in là” di Mario Calabresi, figlio del compianto commissario Luigi Calabresi caduto per mano dei terroristi. Un volume che alimenta la riflessione su quella che l’autore chiama “le altre vittime”, cioè i figli, le mogli, i familiari e gli amici di chi viene ucciso.
Vittime spesso dimenticate. Tuttavia Mentre Moriva non è un’opera con cui si vuole dare un giudizio ad una determinata fase della nostra Repubblica; io mi limito a fotografare un periodo storico senza dare risposte ma ponendo molte domande». Zanfini si rivela scrittore per caso, quasi per hobby: «Ho iniziato a buttare giù i capitoli durante la pausa pranzo, per allentare la tensione del mio lavoro e senza l’intenzione di arrivare in effetti alla pubblicazione. Poi però una casa editrice lo ha trovato meritevole di essere stampato e distribuito. Nel frattempo mi sto dedicando ad una seconda storia di tutt’altro genere, ambientata a Vienna e che trae spunto dalla mia passione per i classici della letteratura russa».