Il rogo scoppiato l’8 giugno nei pressi del capannone situato all’incrocio tra il Varco dell’Antenna e la SP 159 ha scosso la comunità di Villapiana. Le fiamme hanno coinvolto un’area sotto sequestro giudiziario, dove erano stoccati rifiuti “non urbani”, come comunicato dall’Amministrazione Comunale. La natura esatta di questi materiali, però, resta ancora poco chiara.

Il sindaco Vincenzo Ventimiglia ha riferito che l’incendio è stato prontamente domato grazie all’intervento delle squadre di emergenza, tra cui i Vigili del Fuoco, il Gruppo Lucano e la Polizia Locale. Il forte vento ha spinto la nube di fumo verso nord, allontanandola dal centro abitato, riducendo – secondo l’amministrazione – l’impatto sulla cittadinanza. Tuttavia, sono molti gli interrogativi ancora aperti.

Rifiuti sotto sequestro, ma ancora presenti: perché?

Il sito oggetto dell’incendio era già al centro di un procedimento penale per discarica abusiva, con l’Ente comunale costituitosi parte civile. I rifiuti risultavano già sotto sequestro, ma ciò non ha impedito il propagarsi del fuoco. Resta da chiarire perché tali materiali fossero ancora presenti nel capannone e chi avrebbe dovuto garantirne la custodia e la messa in sicurezza.

Una nube tossica allontanata dal vento? Dove sono i dati?

Nel comunicato diffuso dal Comune si afferma che “il vento ha allontanato la nube di fumo verso nord”, escludendo pericoli per la popolazione. Ma su quali dati si basa questa rassicurazione? I cittadini chiedono con forza di conoscere i rilievi effettuati da ARPACAL o da altre autorità competenti: ci sono stati monitoraggi dell’aria? Sono state rilevate sostanze nocive?

Il silenzio sui parametri atmosferici alimenta l’ansia, non solo a Villapiana ma anche nei territori a nord, potenzialmente investiti dalla coltre tossica.

Emergenza rientrata, ma quali garanzie per il futuro?

La situazione è stata dichiarata sotto controllo, e il Comune ha promesso una bonifica integrale dell’area, subordinata però all’autorizzazione del giudice. Ma quanto tempo richiederà questo iter? E nel frattempo, quali misure verranno adottate per prevenire nuovi episodi?

La voce dei cittadini: “Vogliamo trasparenza, non rassicurazioni”

Un gruppo di cittadini, preoccupati e tutt’altro che rassicurati dalle parole ufficiali, ha deciso di rompere il silenzio sollevando una serie di interrogativi che, ad oggi, non hanno ancora trovato risposte chiare. Le domande sono semplici, ma fondamentali. Che tipo di rifiuti sono andati in fiamme? Nel comunicato si parla genericamente di “rifiuti non urbani”, ma cosa significa davvero? Erano rifiuti speciali? Pericolosi? Contenevano sostanze tossiche o inquinanti? È un dettaglio che non può essere lasciato nell’ombra, perché riguarda la salute di chi vive e lavora in quella zona.

Cosa sappiamo della nube che ha avvolto il cielo? Le autorità assicurano che il vento ha spinto il fumo verso nord, allontanandolo da Villapiana. Ma su quali basi? Ci sono dati ARPACAL? Analisi dell’aria? Monitoraggi indipendenti? I cittadini chiedono che vengano resi pubblici i rilevamenti ambientali, e non accettano supposizioni o rassicurazioni generiche. E i controlli sul sito? Se l’area era già sotto sequestro giudiziario, perché quei rifiuti erano ancora lì, esposti al rischio di incendio? Chi avrebbe dovuto vigilare? Chi non ha fatto il proprio dovere? Quali sono i tempi previsti per la bonifica? Anche su questo punto c’è incertezza. Il Comune annuncia l’intenzione di procedere con una bonifica integrale, ma solo dopo l’autorizzazione del giudice. Intanto, cosa accade nell’area contaminata? È davvero sicura?

Infine, chi tutela le comunità a nord di Villapiana? Se è vero che la nube è stata spinta in quella direzione, qualcuno ha informato i territori potenzialmente coinvolti? Quali misure sono state adottate? La popolazione chiede una sola cosa: trasparenza. Non bastano parole di circostanza o comunicati rassicuranti. Servono atti concreti, informazioni pubbliche, responsabilità. La tutela ambientale e la salute pubblica non possono essere gestite come una pratica burocratica, ma devono essere priorità quotidiane.