«Con profondo rammarico e forte preoccupazione segnaliamo quanto accaduto nella notte tra l’8 e il 9 maggio all’interno degli spogliatoi del personale: tutti gli armadietti sono stati vandalizzati, causando danni materiali e morali alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Questo atto vile ha avuto conseguenze gravissime sulla gestione del lavoro ospedaliero: durante il cambio turno, operatori e operatrici si sono ritrovati senza i propri effetti personali, con divise mancanti o danneggiate, documenti e oggetti sottratti o sparsi, generando ritardi negli ingressi in servizio in reparti strategici come il Pronto Soccorso, le Sale Operatorie, le Terapie Intensive e i reparti ad alta complessità assistenziale. Una ferita che colpisce non solo il personale, ma tutto il sistema sanitario e i cittadini che vi si affidano». È quanto si legge in una lettera che Giuseppe Bonasso della segreteria provinciale della Cisl ha indirizzato ai vertici delle Aziende sanitarie e provinciali di Cosenza, alla luce dell’atto vandalico perpetrato all’interno degli spogliatoi del Pronto soccorso di Cosenza.

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«Non è purtroppo il primo episodio che denuncia la fragilità della sicurezza interna nei nostri ospedali. È evidente che gli spogliatoi, così come altri luoghi riservati al personale, non sono adeguatamente protetti né controllati. A ciò si somma l’aumento delle aggressioni verbali e fisiche nei confronti degli operatori, che lavorano già sotto stress, con carichi insostenibili e condizioni spesso al limite della sostenibilità. È doveroso inoltre evidenziare che la Segreteria Aziendale CISL FP aveva già segnalato nei mesi passati situazioni analoghe, richiedendo più volte interventi mirati e urgenti alla Direzione Ospedaliera, senza però ricevere alcun riscontro concreto.

Il silenzio su queste precedenti segnalazioni ha, purtroppo, contribuito al ripetersi di eventi gravi come quello in oggetto. Alla luce di quanto accaduto, chiediamo con urgenza: 1. L’installazione immediata di sistemi di videosorveglianza nelle aree sensibili, inclusi spogliatoi, corridoi interni e accessi ai reparti, nel pieno rispetto delle normative sulla privacy; 2. L’adozione di sistemi di accesso controllato agli spogliatoi (badge, chiavi elettroniche o dispositivi simili), per garantire che solo il personale autorizzato possa entrare; 3. Un potenziamento del presidio di vigilanza nelle fasce notturne e nei momenti critici come i cambi turno; 4. L’attivazione di un protocollo immediato di tutela per le vittime di furti o danneggiamenti, con supporto legale e psicologico; 5. L’inclusione formale e concreta del personale delle aziende esternalizzate nei piani di sicurezza e tutela, perché lavorano fianco a fianco con il personale interno e meritano pari protezione e rispetto.

Quanto accaduto non può essere archiviato come un “episodio isolato”. È il segnale chiaro di un sistema che necessita un’immediata e strutturata revisione delle misure di sicurezza, per restituire dignità e serenità a chi ogni giorno, ogni notte, garantisce cure e assistenza alla popolazione. Restiamo a disposizione per un confronto urgente, auspicando l’apertura di un tavolo tecnico con tutte le parti interessate.