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Sei condanne e tre assoluzioni. Così si conclude il processo di primo grado su una presunta rissa avvenuta a Bisignano durante la “Notte bianca” nell’agosto del 2012, per la quale erano imputate nove persone.
L’accusa sosteneva che due gruppi contrapposti si fossero dati appuntamento nella piazza principale del paese aggredendosi reciprocamente con il coinvolgimento anche di un minore. La procura di Cosenza aveva quindi chiesto la condanna per tutti i contendenti, responsabili, secondo la pubblica accusa, di aver volontariamente organizzato e partecipato alla spaventosa rissa.
Tre assoluzioni, la difesa smonta l’accusa
Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Marco Caraffa, Salvatore Nardi e Guido Siciliano è però riuscito a ribaltare le tesi della procura ottenendo una pronuncia assolutoria con formula piena per i rispettivi assistiti Ivana Lanzini, Pasquale Amodio ed una sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Luca Massimiliano. Dopo anni di istruttoria dibattimentale la difesa è infatti riuscita a smontare il castello accusatorio, dimostrando l’inconfigurabilità del reato di rissa, l’inesistenza di un gruppo contrapposto, e, al contempo, a rovesciare l’impianto accusatorio, provando in giudizio l’esistenza di una vera e propria aggressione compiuta su pubblica piazza a danno dei propri assistiti.
Nell’accogliere in toto la tesi formulata dai legali, il tribunale di Cosenza ha infatti riqualificato i fatti in lesioni personali volontarie aggravate da più persone riunite, così condannando a 2 mesi di reclusione (pena sospesa), al risarcimento dei danni biologici e alla refusione, in solido, delle spese processuali Emmanuele Rose, Riccardo Rose, Francesca Maria Pugliese, Rosy Salvo, Giuseppe Salvo e Antonio Iaquinta.