Il Tribunale collegiale di Cosenza, presieduto dal presidente Carmen Ciarcia con a latere i giudici Granata e Squillaci, ha assolto Pietro Giamborino, Nicola Adamo e Filippo Valia dal reato pluriaggravato di traffico di influenze illecite, contestato nell’ambito del processo scaturito da una tranche dell’inchiesta Rinascita-Scott.

Il pubblico ministero della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, aveva chiesto la condanna a tre anni di reclusione per l’ex consigliere regionale Giamborino – difeso dagli avvocati Enzo Belvedere e Anania – e rispettivamente due anni per Adamo (difeso dall’avvocato Anania) e due anni e sei mesi per Valia (difeso dagli avvocati Monardo e Gennaro).

Le dichiarazioni del collegio difensivo

«Il lungo dibattimento – si legge nella nota dell’avvocato Enzo Belvedere, nella foto) con l’esame di numerosi testi di accusa, la mole corposa di produzione documentale da parte del P.M., la lunga requisitoria, non hanno scalfito la verità dei fatti: il Tribunale ha potuto valutare la vicenda attraverso la chiara lettura delle conversazioni intercettate, per come valorizzate dai difensori in discussione, che hanno rappresentato come solo una interpretazione distorta e per nulla rappresentativa del vero dei dialoghi captati aveva portato alla grave imputazione».

«Ancora, per quanto riguarda Giamborino, già assolto dalla grave accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso dal Tribunale di Vibo Valentia, a nulla valeva da parte della Procura della DDA tentare di far valutare dichiarazioni di collaboratori di giustizia, che non hanno potuto intaccare minimamente il ruolo e le funzioni ricoperte da una persona integerrima come Giamborino medesimo».

«Siamo soddisfatti perché, non appena i giudici in primo grado possono valutare le prove, assolvono per la seconda volta Pietro Giamborino, confermando un’impostazione accusatoria completamente sbagliata», conclude la difesa.