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Dalla requisitoria alle arringhe difensive. I difensori di Giovanni Abruzzese e Mario Attanasio, nella giornata di oggi, hanno terminato gli interventi in favore degli imputati sostenendo che le discrasie e le contraddizioni emerse durante la rinnovazione dibattimentale sono rimaste identiche a quelle individuate tempo fa dalla Corte di Cassazione.
Gli avvocati si sono soffermati sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti, entrambi sentiti come testimoni nel processo d’appello bis. Nel mirino l’omicidio di Francesco Marincolo e il tentato omicidio di Adriano Moretti, avvenuti a Cosenza il 18 luglio 2004.
Nel corso della requisitoria, il sostituto procuratore generale Raffaella Sforza aveva invocato 30 anni di carcere per Mario Attanasio e 28 anni per Giovanni Abruzzese.
Il processo d’appello bis
La Cassazione, nel mese di ottobre 2023, aveva annullato con rinvio le condanne inflitte in secondo grado ad Abruzzese e Attanasio. I supremi giudici avevano invece confermato invece le condanne di Umile Miceli (30 anni di reclusione) e dei collaboratori di giustizia Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti (rispettivamente 8 anni e 2 mesi e 8 anni di carcere).
Secondo la ricostruzione della Dda di Catanzaro, l’omicidio di Francesco Marincolo, considerato vicino al clan Lanzino, sarebbe maturato nel contesto dello scontro tra la cosca Lanzino e il gruppo Bruni-Zingari. La decisione di eliminarlo sarebbe stata presa da Michele Bruni, poi deceduto, con il coinvolgimento – a vario titolo – degli imputati.
Omicidio di Francesco Marincolo, il ruolo dei pentiti
L’annullamento si basava su una motivazione cosiderata “apparente” riguardo all’attendibilità dei pentiti Lamanna e Foggetti. Gli ermellini avevano sottolineato come le testimonianze presentassero contraddizioni significative, in particolare sulla consegna della motocicletta utilizzata per l’omicidio. Incongruenze non sanate, secondo le difese, anche in questo caso.
Anche le dichiarazioni di Edyta Kopaczynska, moglie di Michele Bruni, erano state ritenute insufficienti a dimostrare la responsabilità dei due imputati. Secondo la Cassazione, la donna aveva fornito elementi rilevanti, ma non tali da confermare un coinvolgimento diretto nei fatti. L’attesa sentenza è prevista per il 22 ottobre 2025.
Nel collegio difensivo figurano gli avvocati Giorgia Greco, Antonio Quintieri, Luca Acciardi e Giuseppe Bruno.