La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza con cui il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva confermato la custodia cautelare in carcere per Leonardo Bevilacqua, accusato di essere uno stabile fornitore di eroina nell’ambito di una vasta indagine sul narcotraffico legato al gruppo criminale guidato da Filippo Meduri. Indagine illustrata nel procedimento penale denominato “Recovery“, istruito dalla Dda di Catanzaro.

Le accuse e il ricorso

Secondo l’ordinanza impugnata, Bevilacqua avrebbe avuto un ruolo di rilievo all’interno del presunto “sistema” criminale che gestiva lo spaccio di droga tra Calabria e altre regioni. La misura cautelare era fondata su due intercettazioni ambientali e sulle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, ma la difesa ha contestato l’effettivo valore indiziario di tali elementi.

In particolare, è stato sottolineato come le dichiarazioni dei collaboratori fossero vecchie (una risalente al 2013) o generiche, e come le intercettazioni facessero riferimento a un soggetto chiamato “Leonardo” senza escludere possibili omonimie.

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La decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il primo motivo di ricorso, affermando che «non sono stati forniti elementi sufficienti a dimostrare il passaggio da una semplice relazione di fornitura di droga a una vera e propria partecipazione organica all’associazione criminale».

Il collegamento tra Bevilacqua e il gruppo Meduri si basava su due conversazioni indirette, datate ottobre e novembre 2021, che non chiarivano né la quantità di droga fornita, né la continuità dell’apporto, né tanto meno il ruolo strategico del ricorrente.

Inoltre, la Corte ha evidenziato che il giudizio di gravità indiziaria non può fondarsi su elementi scarsamente contestualizzati nel tempo e non supportati da ulteriori riscontri.

E ora?

Il procedimento torna al Tribunale del Riesame di Catanzaro, che dovrà riformulare un nuovo giudizio sulla posizione di Bevilacqua, applicando i criteri di rigore indicati dalla Cassazione, soprattutto nel distinguere il ruolo del semplice fornitore da quello del partecipe stabile a un’associazione criminale.

Un richiamo alla precisione

La sentenza ribadisce un principio importante nel diritto penale: «Il semplice scambio economico nel traffico di stupefacenti non basta a dimostrare l’appartenenza a un sodalizio criminale. Serve provare un legame stabile, consapevole e continuativo». Leonardo Bevilacqua ora attende il nuovo giudizio cautelare.