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La Guardia di Finanza di Cosenza, nell’ambito di indagini dirette dal Procuratore capo di Paola Pierpaolo Bruni e dal sostituto procuratore Maria Francesca Cerchiara, ha dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare del divieto temporaneo di esercizio della professione di commercialisti e sequestri preventivi per equivalente per oltre 3.450.000,00 euro nei confronti di 5 commercialisti. Provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia. I reati contestati sono, a vario titolo, concorso nel reato di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e indebita compensazione di cui agli artt. 3 e 10 quater, co. 2 del D. Lgs. n. 74/2000.
Come nasce l’inchiesta della procura di Paola?
L’attività d’indagine, muovendo dalle risultanze dell’operazione Matassa, che aveva portato all’arresto di 14 persone, ha interessato le condotte di 5 commercialisti che, attraverso l’apposizione del visto di conformità su fraudolente dichiarazioni IVA, hanno consentito agli appartenenti all’associazione a delinquere la compensazione di fittizi crediti IVA per il pagamento di contributi, imposte, ritenute e cartelle esattoriali. L’inchiesta, espletata anche mediante attività tecniche, ha permesso di appurare il necessario e partecipe concorso dei professionisti al disegno criminoso.
L’apposizione del visto di conformità sulle dichiarazioni IVA da parte dei commercialisti è risultata infatti essere indispensabile e necessaria per consentire all’associazione criminale di eludere i divieti e i vincoli posti dal legislatore a contrasto delle compensazioni di crediti IVA inesistenti. Grazie a tale visto di conformità, i sodali hanno potuto fraudolentemente compensare, con crediti IVA inesistenti, contributi pensionistici i quali erano valutati come assolti dall’Erario e dall’INPS e ritenuti, pertanto, utili sia alla formazione contributiva pensionistica futura che al conseguimento dell’indennità di disoccupazione.
Maxi frode a Paola, scoperchiato sistema fraudolento
Le indagini hanno consentito di disarticolare tale sistema fraudolento che ha visto la partecipazione continuativa di professionisti abilitati, impedendo a questi ultimi la reiterazione dei reati ascritti. Emesso inoltre un avviso di conclusione indagini preliminari ex art. 415 bis c.p.p., per il reato di calunnia, nei confronti di 3 indagati che attraverso la presentazione di infondate querele e di atti di citazione puntavano a intimidire i militari operanti e ad ostacolare le indagini.
L’operazione, condotta con efficacia e concretezza dalla Guardia di Finanza, sotto la costante direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica, testimonia l’attenzione investigativa a contrasto dei fenomeni illeciti a sfondo economico finanziario e dei reati tributari che sottraggono risorse pubbliche ed alterano lo sviluppo del libero mercato e della concorrenza leale. Infine, con l’odierno provvedimento cautelare reale sono colpite le risorse economiche provento di illeciti in modo tale da rendere economicamente non conveniente lo svolgimento dell’attività criminosa.