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Laura Boldrini, oggi deputata del Pd ed ex presidente della Camera dei Deputati, in aula a Cosenza per testimoniare contro il suo hater che su Facebook l’aveva minacciata di morte. L’ex Leu ha illustrato i motivi per i quali ha deciso di denunciare l’imputato Vittorio Boschelli, 58enne di Cosenza, rintracciato dalla Digos della Questura di Cosenza e ritenuto dagli investigatori vicini a certi ambienti di connotazione fascista.
Laura Boldrini in aula, ecco le sue dichiarazioni
«C’era una forte matrice politica in Boschelli, che non è una questione di oggi. Era una situazione che doveva essere presa sul serio. Purtroppo ho una certa esperienza di haters. C’è chi lo fa perché ha problemi e non sa contro chi sfogarsi, per cui le istituzioni sono un mirino facile contro cui scagliarsi, o c’è chi lo fa con un’agenda politica. Nel mio caso, sono stata principalmente oggetto di violenza dalla galassia dell’ultra destra. E’ stata la prima a dare il via a tutto questo, soprattutto dopo la visita alla Sinagoga» ha dichiarato Laura Boldrini, alla presenza del giudice monocratico del tribunale di Cosenza, Fulvia Piro.
«Ho deciso di denunciare perché era un dovere verso me stessa, come madre, come donna e come esponente delle Istituzioni. Non farlo avrebbe significato dare via libera agli odiatori. Questo sarebbe stato devastante. Non mi fa piacere ovviamente passare da un tribunale all’altro, perché è un investimento di energie, tempo e soldi. Ma è necessario farlo. La ritengo una class action, per conto di tutte le persone che vengono bullizzate e non hanno gli strumenti per difendersi. “Noi ti impiccheremo” è una minaccia ed è per questo che non potevo soprassedere».
Come si è arrivati a Vittorio Boschelli?
«Non conoscevo Vittorio Boschelli, e non posso dire se l’imputato abbia scritto altre volte commenti offensivi nei miei confronti. L’ispettorato della Camera ha dato il via all’azione d’ufficio nel mese di settembre del 2017» ha spiegato l’ex presidente della Camera dei Deputati. Infine, Laura Boldrini ha ribadito all’avvocato difensore di non voler ritirare la querela contro l’imputato di Cosenza. «Perché mai avrei dovuto farlo?».