Nella mattinata odierna, i carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, unitamente ai militari del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di questo capoluogo, hannodato esecuzione a 13 misure cautelari personali (di cui 6 agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, 3 agli arresti domiciliari, nonché 4 misure interdittive dall’esercizio della professione) e reali (sequestro preventivo delle somme di denaro per un totale di 175.947,96 euro), emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Cosenza nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di prescrizioni abusive in concorso, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti in concorso, truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in concorso.

Farmaci abusivi, le indagini della procura di Cosenza

L’operazione odierna avrebbe permesso di scardinare un articolato sistema attraverso il quale alcuni tossicodipendenti, con la presunta compiacenza di un medico di base con studio a Cosenza, riuscivano a rifornirsi, presso alcune farmacie, di un medicinale contenente “ossicodone”, successivamente spacciato sul mercato illegale quale valido sostituto dell’eroina. L’indagine – condotta dalla Sezione Operativa della Compagnia di Cosenza di concerto con il locale N.A.S., e coordinata dal Procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo, e dal sostituto procuratore Margherita Saccà – scaturisce da una segnalazione inviata dalla locale ASP al Reparto dell’Arma di Cosenza in ordine ad un esponenziale incremento delle prescrizioni di un farmaco oppioide a base di ossicodone, utilizzato per le cure palliative e del dolore severo in patologie neoplastiche o degenerative. Farmaco caratterizzato da una molecola del tutto simile a quella dell’eroina, per cui in grado di innescare forme di dipendenza analoghe a quelle delle droghe pesanti. 

Il ruolo del medico di base

Il medico, titolare dei ricettari utilizzati per le prescrizioni di medicinali a favore dei coindagati, per giustificare la propria condotta dinanzi ai responsabili dei competenti Uffici di medicina di base, avrebbe riferito di essere stato vittima del furto di 10 ricettari, precisando che avrebbe poi formalizzato la denuncia in ordine a quanto accaduto. Tuttavia, da accurate verifiche, non è stata presentata alcuna denuncia da parte del sanitario.