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Domenico Cicero detto “Mimmolino” e Francesco Benvenuto optano per l’abbreviato. Bruno Bartolomeo, Vincenzo Chiappetta e Antonio Caputo per il dibattimento. Si separano così i percorsi giudiziari delle cinque persone coinvolte in un’inchiesta antidroga della Procura di Cosenza e arrestate lo scorso 3 giugno per detenzione e spaccio di hashish, cocaina e marijuana. Per il terzetto che ha scelto di essere giudicato davanti al giudice Marco Bilotta, il processo ha avuto inizio ieri con la fase di ammissione delle prove. Prime schermaglie in vista delle udienze più calde. Le posizioni degli altri due imputati, invece, saranno vagliate dal gup e definite a metà del mese di novembre.
Gli arresti risalgono a quattro mesi fa, ma l’indagine parte il 31 ottobre del 2022 quando i carabinieri sequestrano a Cicero un quantitativo di cocaina e hashish e, in seguito, documentano le sue vicissitudini con i fornitori che pretendono da lui il pagamento della merce perduta. Seguendo questa traccia, scoprono che il suo debito è molto più consistente e arrivano a identificare il creditore in Bruno Bartolomeo.
Cicero riuscirà a risolvere i problemi grazie all’intervento di una zia che, per salvare il nipote, mette mano ai risparmi di una vita, ma in seguito riprenderà a spacciare. Diverse intercettazioni, infatti, documentano le cessioni di droga da lui effettuate davanti ai locali di Santa Teresa o ai bar di corso Mazzini, previo appuntamento telefonico con i consumatori, tra cui diverse donne. È la fase dell’inchiesta che segna l’ingresso in scena degli altri imputati: Francesco Benvenuto alias “Cavallo”, sospettato di aver spacciato in tandem con lui e poi Antonio Caputo, il nuovo fornitore a cui si sarebbe rivolto dopo aver apparato i conti con Bartolomeo.
Nelle captazioni a strascico, di lì a poco finirà anche Vincenzo Chiappetta, al quale nel pieno delle indagini, i carabinieri sequestrano ben cinque chili di hashish. È questo il carico di accuse che ora dovrà trovare conferme o smentite in aula. Bartolomeo, Chiappetta e Caputo sono difesi dall’avvocato Mario Scarpelli; Cicero dagli avvocati Riccardo Panno e Paolo Pisani e Benvenuto dall’avvocato Pietro Sammarco.