Il gip del tribunale di Cosenza, Manuela Gallo, ieri mattina, ha notificato il provvedimento di archiviazione del procedimento penale, aperto nel febbraio del 2018 dalla procura di Cosenza, nei confronti di alcuni sanitari dell’ospedale di Cosenza, inizialmente accusati di omicidio colposo. Le indagini della procura e le perizie medico-legali hanno escluso responsabilità degli indagati circa la morte della signora Rachele Maria Doria Funaro, madre del consigliere comunale di Cosenza, Gisberto Spadafora.

Secondo il collegio peritale nominato dal gip, che ha confermato la tesi della procura, la donna è deceduta per una «complicanza infettiva prevista in assoluto ed imprevedibile» che avrebbe aggravato un quadro clinico complesso, vista la presenza di altre patologie. Così, il gip ha concluso. «Le comorbidità che affliggevano la paziente ed in particolare la sottoesposizione prolungata a trattamento dialitico l’hanno resa più fragile e più esposta all’insorgenza ed alle complicanze dell’infezione. Alla luce delle considerazioni esposte, non apparendo utile lo svolgimento di ulteriori indagini si dispone l’archiviazione del procedimento». 

Dunque, nessuna responsabilità medica per Francesco Intrieri (difeso dall’avvocato Michele Filippelli), Edoardo Scarcello (difeso dall’avvocato Vincenzo Adamo), Vincenzo Molinari (difeso dall’avvocato Salvatore Savastano), Armando Vigna (difeso dall’avvocato Pierpaolo Bonanno), Roberta Pellegrini (difesa dagli avvocati Enzo Belvedere e Marco Vilardi), Elena De Vita (difesa dall’avvocato Rosario Maletta), Maria Vigna (difesa dall’avvocato Nicola Carratelli), Francesco Crocco (difeso dall’avvocato Franz Caruso), Donato Fornaro (difeso dall’avvocato Antonella Falvo) e Roberta Talarico (difesa dagli avvocati Enzo Belvedere e Rinaldo Talarico). Le parti civii sono state rappresentate dagli avvocati Massimiliano Coppa e Paolo Coppa.