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Sono tre gli indagati per il delitto di Antonio Maiorano, l’operaio di Paola, ucciso davanti allo stadio comunale, il 21 luglio del 2004. La Dda di Catanzaro infatti ha chiuso l’indagine a distanza di sei mesi dall’ordinanza di custodia cautelare che aveva portato in carcere i presunti partecipi dell’omicidio, vale a dire Romolo Cascardo, Pietro Lofaro e Alessandro Pagano.
Maiorano, com’è noto, fu ucciso per errore. Quel giorno l’obiettivo dei killer era in realtà Giuliano Serpa, poi diventato collaboratore di giustizia. L’assassinio, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato deliberato dalla cosca di ‘ndrangheta “Scofano-Martello-Ditto” che in quel periodo era in contrapposizione con il clan “Serpa-Bruni” di Paola, alleatosi con i cosentini guidati, in quella fase storica, da Michele Bruni, poi deceduto a seguito di una grave malattia.
Rispetto al giorno del blitz, eseguito dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, il quadro accusatorio è rimasto immutato. La Dda dunque attenderà le eventuali richieste di interrogatorio, che dovranno essere formulate dagli indagati, e successivamente procederà, verosimilmente, alla richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Cascardo, Lofaro e Pagano.