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In provincia di Cosenza si sarebbero verificati episodi inquietanti che hanno catturato l’interesse di esponenti pentastallati a Montecitorio sul fronte della sicurezza e della giustizia. Alcuni cittadini, dopo aver fornito testimonianze contro presunti spacciatori, sarebbero stati oggetto di minacce e intimidazioni. A riferirlo è la parlamentare del Movimento 5 Stelle Valentina D’Orso, che ha chiesto un’informativa urgente al ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Secondo quanto denunciato, le minacce sarebbero conseguenza diretta della recente riforma voluta dal ministro, che introduce l’obbligo di avviso e di interrogatorio preventivo per gli indagati prima dell’arresto. Questo meccanismo consente agli stessi di accedere in anticipo agli atti dell’inchiesta, nei quali sono contenuti anche i nomi di coloro che hanno collaborato con la giustizia.
La vicenda della provincia di Cosenza, purtroppo, non sarebbe isolata. Secondo D’Orso altri episodi analoghi si sarebbero già verificati nel Paese, con indagati che, una volta messi a conoscenza delle indagini, sarebbero riusciti a fuggire all’estero o avrebbero tentato di concordare versioni dei fatti per inquinare le prove. In alcuni casi, le autorità sono riuscite a intervenire solo grazie all’utilizzo delle intercettazioni. Il Movimento 5 Stelle attribuisce al governo Meloni e alla riforma Nordio la responsabilità di un clima di crescente insicurezza, in cui le garanzie per gli indagati sembrano prevalere sulla tutela dei cittadini onesti e collaborativi.