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Una sentenza destinata a fare giurisprudenza per casi simili: il Tribunale di Castrovillari, nella persona del giudice monocratico Antonella Mastroianni, ha assolto con formula piena (art. 530 comma 2 c.p.p.) D.S. e D.B.V., imputati nel processo penale sulla gestione del servizio di raccolta rifiuti a Cerchiara di Calabria.
I capi d’imputazione
I due erano chiamati a rispondere di gestione illecita di rifiuti non pericolosi e interruzione di pubblico servizio.
Secondo l’accusa, avrebbero gestito il servizio senza le dovute autorizzazioni e, per effetto di tale gestione, interrotto la raccolta in alcune località del Comune.
Il Pubblico Ministero aveva chiesto otto mesi di reclusione per ciascun imputato, ma l’esito dell’istruttoria ha smentito completamente l’impianto accusatorio.
La posizione di D.S.
Difeso dall’avv. Domenico Avolio (Foro di Cosenza), D.S. è stato completamente scagionato: l’esame dibattimentale e l’escussione dei testimoni hanno dimostrato che non aveva alcun ruolo formale né decisionale nella società incaricata del servizio. Al contrario, risulta che l’imputato non aveva mai ricevuto un incarico ufficiale, tanto da adire il giudice civile per ottenere il pagamento delle prestazioni lavorative.
Ulteriore rilievo è stato dato alla genericità del capo d’imputazione, contestato con efficacia dalla difesa, che ha evidenziato l’assenza di collegamenti concreti tra l’imputato e l’organizzazione del servizio rifiuti.
La posizione di D.B.V.
Anche D.B.V., difeso dall’avv. Mimmo Tinella (Foro di Catania), è stato assolto con la medesima formula piena. La difesa ha dimostrato l’assenza totale di un ruolo operativo o di responsabilità nei fatti contestati, contribuendo a smontare le ipotesi accusatorie.
Il secondo capo: nessuna interruzione del servizio
Per quanto riguarda l’interruzione del pubblico servizio, il Tribunale ha rilevato l’assenza di prove sufficienti: né D.S. né D.B.V. avevano potere gestionale o decisionale e le prove acquisite non hanno dimostrato alcun nesso tra le loro condotte e una reale interruzione del servizio.
La sentenza – che sarà depositata con motivazioni entro 60 giorni – rappresenta un punto fermo importante nei procedimenti che coinvolgono la gestione di servizi pubblici essenziali, riaffermando i principi di responsabilità personale e rigore probatorio.