La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato le assoluzioni degli imputati accusati di omicidio colposo per la morte di Fabio Bruno, operaio, che nel 2011 perse la vita sull’ex A3 Salerno-Reggio Calabria, mentre trasportava tubi in ferro per la realizzazione del viadotto Cabella che collega gli svincoli autostradali di Campotenese e Morano-Castrovillari. Il ricorso era stato avanzato dalle costituite parti civili relativamente all’eventuale responsabilità in ambito civile dei tre imputati, ma il collegio giudicante ha rigettato ogni richiesta.

La ricostruzione dei fatti

La società Tecnis Spa di Catania nel 2011 aveva vinto l’appalto di gara ma durante i lavori qualcosa andò storto. La vittima, Fabio Bruno, quel giorno era stato incaricato di trasportare quel materiale pesante da monte a valle e, secondo quanto sostenuto poi dal collegio difensivo, quest’ultimo avrebbe perso il controllo del mezzo, poi ribaltatosi. Bruno era rimasto incastrato sotto il tetto della cabina, venendo di fatto cesoiato.

Nell’iniziale impostazione accusatoria, formulata dalla procura di Castrovillari, l’amministratore unico della nota azienda, Giuseppe Costanzo (difeso dall’avvocato Antonio Ingrosso), e due ingegneri, Biagio Pecorelli e Giuseppe Cavallaro, avevano cagionato la morte del giovane, all’epoca dei fatti 27enne, con una serie di omissioni, dalla non valutazione dei rischi alla non corretta formazione del dipendente. Accuse che non hanno retto né in primo né in secondo grado.