Pubblichiamo la nota dell’avvocato Pietro Sammarco in merito al comunicato stampa dei carabinieri della Compagnia di Cosenza circa l’arresto di un 47enne di Castrolibero (LEGGI QUI LA NOTIZIA)

Con riferimento all’articolo pubblicato sulla Vostra testata online in data odierna, relativo alla misura cautelare degli arresti domiciliari disposta con ordinanza dal GIP presso il Tribunale di Cosenza nei confronti di una soggetto di 47 anni, residente in Castrolibero, al quale viene contestato di aver coltivato illecitamente 50 piante di canapa e di aver detenuto oltre un kg della stessa sostanza per fini illeciti, per dovere di cronaca, devo segnalare che il GIP, ritenendo le esigenze cautelari attenuate all’esito dell’interrogatorio di garanzia, nel corso del quale il mio assistito ha risposto a tutte le domande  e depositato documentazione, ha sostituito la misura degli arresti domiciliari con quella, meno afflittiva, dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Dalle analisi effettuate dal LASS di Vibo Valentia sulla sostanza sequestrata è emerso un valore di principio attivo ponderale (vale a dire medio) del 5%.

Il mio assistito, nel corso dell’interrogatorio:

  1. Ha depositato le fatture d’acquisto ed il cartellino di provenienza dei semi utilizzati per la coltivazione;
  2. Ha depositato visura camerale dalla quale si evince che è titolare di una impresa agricola individuale per coltivazioni all’aperto ed in colture protette (serre);
  3. Ha depositato comunicazione effettuata ai Carabinieri Forestali di inizio dell’attività di coltivazione di canapa cd. Legale (con contenuto di thc non superiore allo 0,6%), con indicazione precisa del terreno di coltura, ove era ubicata anche la serra;
  4. Ha depositato le analisi effettuate sulle inflorescenze ottenute dalle precedenti coltivazioni attestanti un valore di thc dello 0,23%;
  5. Ha depositato le fatture di vendita delle inflorescenze dei precedenti raccolti;

In particolare ha spiegato che nella sua attività di coltivazione della canapa sativa stava cercando di lavorare per migliorare la qualità e l’aspetto della resina delle infiorescenze, cercando di far aumentare il valore del cd CBD (altra sostanza che si rinviene nella resina delle infiorescenze della canapa e del tutto legale in quanto non presenta effetti psicotropici); nel corso della coltivazione in serra  ha altresì spiegato che può accadere che anche i livelli di thc, oltre quellli del cbd, si innalzino sensibilmente, pertanto stava cercando di ottenere delle piante con il massimo livello di CBD ed un livello di thc nei limiti consentiti dalla legge.

Per tale motivo il principio attivo di thc era solo del 5%, praticamente con impercepibili effetti psicotropici, in quanto ottenuto da semi legali della qualità Carmagnola coltivata in ambiente protetto. Il suo intento alla fine della procedura era di far sottoporre ad analisi la sostanza estratta dalle piante al fine di valutare le percentuali di cbd e thc, bruciando tutta la sostanza nel caso in cui quest’ultimo avesse superato i limiti individuati dalla legge.

Ha spiegato che non aveva alcuna intenzione ed interesse a vendere illecitamente la sostanza sequestrata in quanto il suo intento era solo quello di migliorare quella legale sulla quale aveva fatto notevoli investimenti economici, oltretutto nel circuito illegale la sostanza sequestrata non avrebbe avuto alcun mercato in quanto di scarsa qualità e con un principio attivo troppo modesto per suscitare effetti droganti.

Al fine di valutare correttamente i risultati della analisi, la difesa si è riservata il diritto di sottoporre a proprie analisi alcuni campioni della sostanza sequestrata. Ritenendo non soddisfacente il provvedimento del GIP di sostituzione della misura, nei prossimi giorni provvederemo a depositare richiesta di riesame presso il Tribunale della libertà di Catanzaro.