Sono Teodoro Gabriele, Achille Gentile, Domenico Fuoco, Renato Mazzuca, Francesco Spadafora, Luigi Arone e Maria Giacinta i dipendenti dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, indagati (a vario titolo) dalla procura di Cosenza per i reati di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico.

Si tratta dell’inchiesta sulla “Coopservice” di Reggio Emilia, aggiudicataria di una gara d’appalto da 25milioni di euro per i lavori di pulizia all’interno dell’Azienda ospedaliera di Cosenza. I dettagli sono stati forniti questa mattina dal procuratore capo, Mario Spagnuolo, dal pm Margherita Saccà e dai colonnelli Danilo Nastasi, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, e Piero Sutera, comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza. Ai domiciliari sono finiti Fabrizio Marchetti, Gianluca Scorcelletti, Salvatore Pellegrino e Massimiliano Cozza, tutti dipendenti della Coopservice di Reggio Emilia. 

Le valutazioni del gip Giuseppe Greco

«Monica Fabris (fino al 19 settembre 2018), Fabrizio Marchetti, Gianluca Scorcelletti (fino al 13 aprile 2015), Salvatore Pellegrino e Massimiliano Cozza, nel rendicontare ore di lavoro mai effettuate dai lavoratori impiegati presso l’Azienda ospedaliera di Cosenza e che neppure si sarebbero potute effettuare, nel riepilogarle e nel far predisporre le fatture riportante dati falsi per conto della Coopeservice, poi inoltrate all’Ao, inducendo in errore l’Ente pubblico hanno consentito alla società privata, per quanto è stato possibile ricostruire fino a questo punto, un profitto ingiusto pari a 3.092.416,04» scrive il gip del tribunale di Cosenza, Giuseppe Greco. «Gli esponenti della Coopservice hanno pervicacemente e sistematicamente operato una pressante attività di lobbing nei di loro confronti volta alla spoliazione di una cospicua parte delle risorse che lo Stato destina al funzionamento del Sistema Sanitario Nazionale».