Roma è in lutto. La Chiesa si avvolge nel drappo nero del giorno funesto. Papa Bergoglio, Papa Francesco I, non è più. A 88 anni, dopo una polmonite che ha segnato dolorosamente gli ultimi tempi della sua vita, il papa argentino dopo qualche settimana in cui sembrava si stesse riprendendo, lascia la sua comunità dei fedeli proprio nel giorno successivo alla Pasqua. Adesso la Chiesa dovrà scegliere che strada imboccare.

La morte nell’anno del Giubileo

Questi Dodici anni di papato, cominciati con un terremoto senza precedenti, sono terminati proprio nell’anno del Giubileo. Il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto, diventò il momento per l’ufficializzazione delle dimissioni di papa Ratzinger. Mai un pontefice aveva lasciato l’incarico prima del tempo. Sulle ragioni di quell’addio anomalo, si sono moltiplicate le speculazioni, ma la verità rimarrà per sempre sepolta con il papa tedesco morto il 31 dicembre del 2022.

Il 13 marzo 2013, alla quinta votazione, il Conclave sceglie il nuovo papa. La fumata bianca ha il nome di Jorge Bergoglio, il primo pontefice del continente americano, primo gesuita. Lui sceglie il nome di Francesco, in omaggio a San Francesco d’Assisi, ed è sull’esempio del frate umbro che Bergoglio imposta il suo papato.

“Fratelli e sorelle, buonasera” così si presenta alla folla. Quel saluto semplice e colloquiale fa il giro del web. È il Papa del popolo, urlano i fedeli. Le sue abitudini modeste, il suo stile di vita semplice e lontano dai lussi barocchi, conquistano tutti.

Pope Francis is pictured cooking in Buenos Aires, Argentina, in a undated file photo. (CNS photo/courtesy of Maria Elena Bergoglio via Reuters) (March 27, 2013)
Pope Francis is pictured cooking in Buenos Aires, Argentina, in a undated file photo. (CNS photo/courtesy of Maria Elena Bergoglio via Reuters) (March 27, 2013)

La sua storia parte da lontano. Da una famiglia di italiani sbarcati in Sud America.

Bergoglio nasce il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, in Argentina. I suoi genitori, Mario e Regina, arrivavano dal Piemonte. Mario Bergoglio, era un funzionario delle ferrovie italiane, arrivato in Argentina in cerca di fortuna, Regina Maria Sivori, genovese, era una casalinga. Memorabile la frase di papa Francesco che di ritorno da un viaggio di ritorno dalle Filippine, disse: «Se qualcuno offende mia madre si aspetti un pugno». 

Il giovane Jorge cresce in un ambiente modesto e profondamente cattolico. A 17 anni, una grave infezione polmonare lo costringe a subire l’asportazione di una parte del polmone destro.

L’ingresso nella Compagnia di Gesù

Ha solo 22 anni quando entra nella Compagnia di Gesù, l’ordine dei Gesuiti, dove compie studi di filosofia e teologia. Nel 1969 viene ordinato sacerdote. Il suo carisma e una personalità da leader, lo portano a ricoprire ruoli importanti nella Chiesa argentina, fino a diventare, nel 1973, Provinciale dei Gesuiti del Paese.

A segnare l’animo di Bergoglio nel profondo, è il periodo della dittatura militare in Argentina (dal 1976 al 1983). Le sue posizioni neutrali, lo mettono al centro di una fila di fuoco da parte di detrattori che lo accusano di non aver preso le distanze in modo netto dal regime. In molti, però, raccontano di come si sia prodigato, in modo segreto, per difendere la vita di molti sacerdoti.

Arcivescovo di Buenos Aires e cardinale

Nel 1998 viene nominato arcivescovo di Buenos Aires da Papa Giovanni Paolo II. Da subito, Bergoglio si mostra come un porporato semplice, umile: rifiuta l’auto di servizio, preferisce viaggiare sui mezzi pubblici, vive in un appartamento modesto anziché nella residenza episcopale e dedica gran parte del suo tempo ai poveri delle periferie.

Tre anni dopo, nel 2001 sempre Giovanni Paolo II lo nomina cardinale. Il suo nome diventa un punto di riferimento per la Chiesa e acquista autorevolezza al livello internazionale. Durante il conclave del 2005, in cui Ratzinger viene eletto Papa Benedetto XVI, c’è anche il nome di Bergoglio nella lista dei papabili, ma è il vescovo tedesco ad avere la meglio.

L’elezione a Papa nel 2013 e il film profetico di Nanni Moretti

Arriviamo così a quell’11 febbraio del 2013, con la storica rinuncia di Benedetto XVI (e qualcuno considerò profetico il film di Nanni Moretti “Habemus Papam”). Mai era accaduto che un Papa rassegnasse le dimissioni prima della morte. Questa situazione di dualismo, in quanto Ratzinger restò Papa emerito, ispirò anche il film “I due papi” interpretato da Jonathan Pryce e Anthony Hopkins rispettivamente nei panni di papa Francesco e papa Benedetto XVI.

Il pontificato: riforme contro gli scandali

Papa Francesco fa subito intendere che con lui la musica è cambiata in Vaticano. Le sue principali battaglie riguardano la povertà, la giustizia sociale, l’ambiente e la riforma della Chiesa. Con l’enciclica Laudato si’ (2015), pone l’attenzione sulla crisi climatica, mentre con Fratelli tutti (2020) promuove il dialogo tra i popoli e la fratellanza universale. Si impegna anche per una Chiesa più trasparente, cercando di riformare la Curia e combattere gli scandali finanziari e gli abusi.

Le sfide e le critiche

Ai conservatori non piace l’impostazione di Bergoglio. Lo accusano di essere troppo progressista, di avere una mano troppo leggera nei confronti dei divorziati risposati, della comunità LGBTQ+ e di sollecitare un ruolo più attivo per le donne nella Chiesa. Iconica è la sua immagine, in piena pandemia, in una deserta piazza San Pietro per la storica benedizione Urbi et Orbi. Una foto che è già storia. Come oggi è lui.