Cosenza, 31 luglio 2020. Il triplice fischio di Verona salva i Lupi senza passare dai play-out, una lotteria che sembrava improbabile non attraversare ma che, invece, è stata evitata grazie a due figli di Telesio. Uno è Luca Garritano e ha segnato il gol decisivo al “Bentegodi”, l’altro si trova al centro del campo e sta baciando il pallone in favore di fotografi. Roberto Occhiuzzi è il vero deus ex machina della rimonta e oggi, a quarantuno anni, festeggia il suo primo compleanno da allenatore della sua squadra del cuore. Quella dei colori che si è cucito addosso per tutta la vita. Dalle giovanili alla prima squadra, il Principe ha sempre scelto di legare il proprio destino al rossoblù. Da quando, al crepuscolo dei ’90, lasciò Cetraro per diventare un perno della Primavera in Serie B.

Un lungo ritrovarsi

Un lungo girovagare in prestito, perché i numeri erano quelli del calciatore importante, poi l’improvviso fallimento della compagine silana lo porta oltre il Campagnano, a Rende, dove conquista la promozione fra i professionisti e dove resta fino al 2007. Nell’estate durante la quale il titolo sportivo venne trasferito dal Lorenzon al San Vito, Occhiuzzi segue il suo cuore e torna dov’è cresciuto. La Serie D è un campionato che affronta con estrema facilità, baciando il pallone prima di ogni piazzato, un gesto ricorrente nella sua carriera. Lo farà anche prima di mettere in mezzo l’assist dell’1-0 di Bernardi nella partita che farà tornare il Cosenza fra i professionisti dopo cinque anni d’inferno (per la cronaca, è suo anche l’assist del 2-0). Resta in terra bruzia anche per il campionato seguente, sempre agli ordini di Mimmo Toscano, sempre con la 7 sulle spalle, sempre decisivo. Che emozioni, anche contro il Melfi, il ritorno dei Lupi in C1. Poi le strade si separano, ma avranno modo di ritrovarsi: prima in un Cosenza-Montalto 0-3, quando The Prince vestiva la maglia avversaria, poi di nuovo a via degli Stadi, quando prese in mano le Giovanili dei Lupi.

Occhiuzzi e il Cosenza

Da lì in poi è stata una scalata senza fine: secondo con De Angelis, secondo con Braglia, la Serie B a Pescara, secondo con Pillon, poi primo. La fiducia del popolo bruzio è stata riposta nelle sue mani, come quando andava a baciare il pallone prima di battere un calcio piazzato. E lui ha saputo ripagare. Auguri, Mister, altri cento di questi giorni. Ovviamente in rossoblù!