Nati a Cosenza (o in provincia), sulla bocca di tutti da giovani, andati via dalla Calabria, tornati da re ma senza confermarsi. Garritano e Canotto, due storie simili ma diverse. Uguali nella prima parte, simili nel prosieguo, diverse nel finale. Luca Garritano, il figliol prodigo che non ha trovato posto in una formazione ricordata da tutti per una salvezza insperata; Luigi Canotto, il fuoriclasse neopromosso che ha lasciato il ricordo più amaro fra i calabresi tornati in terra patria. Entrambi torneranno sabato al “Marulla” per Cosenza-Frosinone, nello stesso stadio che li ha visti protagonisti.

Luca Garritano, il ritorno del figliol prodigo

Per Luca Garritano era stato un colpo di fulmine. L’Inter, in quel caso, a prendere il fuoriclasse della Real Cosenza, che indossò la maglia dei nerazzurri per diverse stagioni. Protagonista della vittoria in Next Gen con la squadra di Andrea Stramaccioni, dopo aver esordito in prima squadra iniziò a girovagare per le squadre di Serie A e Serie B. La promozione col Cesena, gli anni al Chievo, del quale era diventato capitano prima del fallimento. In mezzo, il ritorno a Cosenza proprio in prestito dai clivensi. Accolto come un re, venne schierato mezzala da Piero Braglia nel 3-5-2. Più passava il tempo, più però lo spazio si riduceva. Ventisei presenze e tre gol a fine stagione per il figliol prodigo, uno pesantissimo contro il Padova. Il bacio alla maglia resterà sigillato nella memoria dei tifosi per l’amore di un ragazzo nei confronti della sua città.

Gigi Canotto, il dolore della delusione

Molto simile la storia di Gigi Canotto, che a Mirtocrosia aveva condiviso lo spogliatoio con un altro ex rossoblù come Beppe Fornito e un campione d’Europa come Mimmo Berardi. In quel caso il Cosenza stava per prendere tutti e tre, come ha raccontato anni fa al nostro network l’allora responsabile del settore giovanile Peppino Mazzotta, ma alla fine non si concluse nulla. Così Canotto diventò, in una sliding door clamorosa, il calciatore ad aver affrontato più volte i Lupi dal 2014 in poi. Ogni singolo anno l’ala rossanese si trovava contro i colori del suo capoluogo di provincia. Finché l’arrivo di Fabio Caserta, che l’aveva già avuto a Castellamare, lo portò a vestire il rossoblù la scorsa estate. Un colpo da novanta che accese le speranze dei Lupi ma che, conti alla mano, ha regalato al Cosenza una sola gioia, quella contro il Palermo al “Barbera” all’ultimo secondo. Una magia che però resta l’unica. Adesso, insieme al suo compagno di squadra, tornerà al “Marulla”. Garritano e Canotto, il ritorno dei cosentini. Ma le accoglienze, con ogni probabilità, saranno diverse.