Fosse per Piero Braglia giocherebbe anche oggi Cosenza-Benevento. Il tecnico del Cosenza rifiuta in partenza i pronostici della vigilia e sa che la sua squadra può stupire. La capolista è un treno, ma avrà alcune assenze importanti. Come i Lupi del resto, che non potranno fare affidamento di sicuro sugli squalificati Perina, Sciaudone e Kanoute. A questi si aggiungono gli infortunati Kone, Legititmo e Riviere. Se da un lato il francese ha scelto di curarsi Oltralpe, dall’altra sono arrivate buone notizie dall’infermeria.

Le condizioni degli acciaccati

Sui disponibili per domani sera contro il Benevento ha fatto luce proprio Piero Braglia. «Gli assenti di Inzaghi, rispetto a domenica scorsa, sono Maggio e Kragl. Da noi chi giocherà non farà rimpiangere chi è ko o squalificato. Machach ieri si è allenato per la prima volta e dovrebbe essere tra i convocati. Dobbiamo dare risposte a noi stessi dimostrando la mentalità giusta. Quanti punti dobbiamo fare per la salvezza? Almeno 25 se vogliamo stare sereni».

Il dopo-Pescara

Il ko maturato a Pescara ha lasciato, oltre alle innumerevoli defezioni, anche l’amaro in bocca al Cosenza. Braglia, però, riparte proprio da quella voglia di vincere mostrata all’Adriatico per intimorire i sanniti. «Dopo la partita mi sono arrabbiato. Quando abbiamo ripreso il mercoledì, lo staff ha mostrato dei video con gli errori e abbiamo parlato tra di noi. Ecco perché ritengo che domani serva una gara intelligente. Guardando la classifica non ci sarebbe storia, ma chiedo una grande partita a prescindere dal rispetto dovuto al Benevento. Ci tengono tutti in grande considerazione e chiunque ha timore di venire a giocare qui al Marulla. Il nostro compito è invertire l’andazzo del campionato e trascinare i nostri tifosi. Pretendo che ogni calciatore dia una mano in fase di non possesso, non possiamo prescindere da ciò».

Non si vince senza soldi?

Questa mattina, in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, il presidente del Benevento Vigorito ha rilasciato un’intervista molto interessante. Si è focalizzato specialmente sul divario nord-sud. Ha detto che «senza soldi non si vince, e questo è assodato. Non è una questione di Sud o Nord, ma di un calcio che non viene riformato. Di distribuzione di diritti televisivi iniqua». A riguardo, questo è il pensiero di Braglia. «Vigorito è stato ed è un grande presidente. Ha speso tantissimi soldi portando il suo club in Serie A. Aveva le possibilità di farlo, perché non è che chi fa calcio deve indebitarsi fino al collo solo perché gestisce un club. Rispetto al passato sta anche programmando molto meglio, ed è qualcosa di fondamentale perché i soldi aiutano a vincere, ma non bastano senza le idee e l’organizzazione».