Otto delle 62 prescrizioni relative al progetto del Ponte sullo Stretto, approvate dalla nuova Commissione di Valutazione ambientale, richiedono un periodo di “un anno intero” per essere completate. Un aspetto tutt’altro che irrilevante. Dalle 685 pagine del parere favorevole della Commissione emerge un elemento che cambia radicalmente il dibattito sulla grande opera, sia sotto l’aspetto tecnico che politico.. Alcune delle richieste sono molto pesanti: LaC News24 vi ha raccontato nei giorni scorsi i dubbi sui test antisismici e sugli aspetti legati all’impatto ambientale dei cantieri.

Questi 12 mesi necessari per chiarire alcuni aspetti del progetto, però, spostano i termini della questione soprattutto dal punto di vista politico. La Commissione, infatti, con questa decisione rimanda la palla nel campo del governo Meloni. Sarà impossibile – con prescrizioni da svolgere per un anno intero – avere un progetto esecutivo nel 2025. L’obiettivo, dunque, diventa approvare quello definitivo in pochi mesi al Cipess, organismo che è presieduto proprio da Giorgia Meloni.

Degli approfondimenti sulla caratterizzazione delle faglie si è già detto: bisognerà indagare «con particolare riferimento a quelle capaci e ritenibili ancora attive».
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