Tutti gli articoli di Societa
PHOTO
«Impossibile assistere in silenzio! Appello ai titolari delle cedriere del Tirreno Cosentino e al Consorzio del Cedro a sospendere i rapporti commerciali e ogni forma di progettazione e collaborazione con lo Stato di Israele, fino a che non saranno ripristinati i diritti fondamentali del popolo palestinese e garantito il diritto internazionale». Lo scrive in una nota il direttivo di Baticòs – Biodistretto dell’Alto Tirreno Cosentino.
«Ignorare quanto sta accadendo a Gaza, in un crescendo inarrestabile di barbarie, non è più possibile – continua il direttivo -. Sappiamo bene quanto siano importanti gli scambi commerciali con Israele nella Riviera dei Cedri, una voce sostanziale dell’economia del territorio e di tante aziende e famiglie e, tuttavia, economia, interessi personali e di gruppo, per quanto seri e meritevoli essi siano, non possono più giustificare un totale smarrimento delle coscienze.
Ci vuole coraggio. Una realtà che non tutti conoscono, quella dei rapporti storici della Riviera dei Cedri in Alto Tirreno con il popolo d’Israele, che per la perfezione e bellezza del cedro locale, lo vuole sulle proprie tavole per la festa del Sukkot, la festa delle Capanne. I paesi della Riviera dei Cedri, tra giugno e settembre, specialmente negli anni addietro, si affollavano di rabbini con le loro famiglie, una significativa fonte di reddito e, naturalmente, oltre il commercio, si creavano legami e relazioni di amicizia, come sempre accade, quando si incontrano lingue, religioni e culture differenti e come è nel dna della Calabria e della sua propensione all’accoglienza multietnica.
Una bella storia, che, anche per questi valori, imporrebbe una ferma condanna da parte di questo territorio con i suoi protagonisti. Oltre la commozione e lo sdegno, oltre le opinioni e le bandiere ai palazzi. No, con quanto scorre ogni giorno sotto i nostri occhi, non si può più parlare in astratto di fratellanza e di pace, di vocazione al rispetto dell’altro e poi voltarsi dall’altra parte. Ci vuole coraggio. E una filiera, anche se con possibili difficoltà si ricostruisce, non altrettanto il guardare un bambino negli occhi, oggi e in un futuro di lunga durata.
Invitiamo anticipatamente, non fosse altro che in nome di un minimo di intelligenza, a non cercare di tacciare questo accorato appello – conclude – per una posizione politico/ideologica o, ancor peggio, antisemita!».