«Invitiamo il presidente Occhiuto a farsi da garante per l’attività lavorativa dei medici cubani chiamati, da lui, ad operare in Calabria». È quanto afferma la deputata del Movimento 5 Stelle Anna Laura Orrico, che annuncia la presentazione di un’interrogazione parlamentare ai ministri del Lavoro e della Salute.

L’iniziativa nasce a seguito di una recente inchiesta giornalistica che ha acceso i riflettori sulle condizioni contrattuali dei sanitari cubani impiegati negli ospedali calabresi. Secondo quanto emerso, i medici percepirebbero solo una parte dello stipendio lordo riconosciuto dalle aziende sanitarie provinciali, mentre il resto verrebbe trattenuto direttamente da L’Avana, attraverso l’agenzia governativa Csmc.

«Una forma moderna di schiavitù»

«Nessuno mette in discussione la competenza dei medici cubani – dichiara Orrico – ma servono trasparenza e tutela dei diritti fondamentali. L’inchiesta conferma le nostre preoccupazioni: trattenute fino al 70%, controlli sui social, mancata parità di trattamento rispetto ai colleghi italiani».

Il nodo è il doppio contratto stipulato dai professionisti stranieri: uno con la Regione e uno con l’agenzia cubana. A fronte di oltre 60mila euro lordi all’anno versati dalle Asp, i medici riceverebbero appena 1200 euro mensili, ridotti a 1000 euro nei primi sei mesi. Il Parlamento europeo, ricorda Orrico, ha definito questa pratica una forma di moderna schiavitù, già nel 2021.

Una questione già sollevata nel 2022

Il tema, sottolinea la parlamentare del M5S, era stato già posto all’attenzione della Regione Calabria nel 2022, all’indomani della firma dell’accordo con la Csmc. Già allora, l’eurodeputata Laura Ferrara aveva denunciato le condizioni contrattuali riservate ai medici cubani.

«Per questo ho presentato un’interrogazione – conclude Orrico – per chiedere se tali condizioni rispettino il principio di parità di trattamento e se sia in atto una reale vigilanza sul rispetto delle norme lavorative».