Due decessi, un bambino in gravi condizioni e oltre venti ricoveri: è il bilancio provvisorio dei recenti focolai di botulismo registrati a Monserrato e Diamante. Sotto la lente una salsa guacamole industriale e broccoli sott’olio. Mentre le Procure indagano, il Ministero della Salute avvia una maxi-inchiesta nazionale.
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Due persone decedute, un bambino in gravi condizioni, oltre venti pazienti ricoverati e due focolai distinti ma geograficamente ravvicinati. È il bilancio, ancora provvisorio, dell’allarme sanitario causato da intossicazione da tossina botulinica che sta interessando l’Italia in questi giorni.
I focolai: guacamole e street food
Il primo focolaio si è verificato a Monserrato, in Sardegna, durante la manifestazione “Fiesta Latina”. Otto persone sono rimaste gravemente intossicate dopo aver consumato guacamole contaminato, prodotto con polpa di avocado importata dal Perù. Tra loro, una donna di 38 anni è deceduta per improvvise complicazioni. In gravi condizioni anche un bambino di 11 anni, attualmente ricoverato in terapia intensiva.
Il secondo focolaio è esploso in Calabria, a Diamante, dove un uomo di 52 anni è morto dopo aver mangiato un panino con salsiccia e broccoli, acquistato presso un food truck sul lungomare. Nello stesso episodio, altre nove persone sono state ricoverate con sintomi compatibili con il botulismo.
Ecco qual è la salsa ritirata dal mercato
Le Procure di Cagliari e Cosenza hanno aperto inchieste per omicidio colposo e commercio di alimenti nocivi. Nel frattempo, il Ministero della Salute ha disposto il ritiro precauzionale di due lotti di “Polpa di Avocado Metro Chef”- venduta in buste di plastica da 1 kg nei 40 centri Metro, una catena all’ingrosso che serve principalmente operatori professionali della ristorazione (ristoranti catering , food truck e street food, gastronomie e tavole calde) – avviando un’indagine epidemiologica a livello nazionale.
L’Istituto Superiore di Sanità ha attivato la rete dei centri tossicologici per monitorare nuovi casi e fornire supporto agli ospedali. In Calabria, una missione straordinaria ha permesso il trasporto urgente di fiale di antidoto al botulino all’Ospedale Annunziata di Cosenza, oggi dotato di una scorta temporanea del siero.
Cos’è il botulino e dove si nasconde
Il Clostridium botulinum è un batterio anaerobico che si sviluppa in ambienti privi di ossigeno, poco acidi e ricchi d’acqua, come sottoli, conserve casalinghe, salse e prodotti mal conservati. Produce una tossina potentissima che può causare una paralisi muscolare progressiva, con conseguenze potenzialmente fatali.
Sebbene il nome derivi dal latino botulus (salsiccia), in Italia la maggior parte dei casi di botulismo alimentare è legata al consumo di conserve vegetali, spesso prodotte in ambito domestico senza adeguate misure di sterilizzazione.
I prodotti più a rischio
Secondo i dati ISS, le conserve vegetali in olio o in acqua rappresentano il 73% dei casi di botulismo nel nostro Paese. Seguono le conserve di carne (15,6%) e quelle di pesce (9,1%). Particolarmente rischioso è anche l’uso casalingo di olio aromatizzato al peperoncino, che crea condizioni ideali per la proliferazione del batterio.
Sintomi, diagnosi e trattamento
Il botulismo non altera odore, gusto o aspetto degli alimenti: ciò lo rende particolarmente insidioso. In alcuni casi, tuttavia, si possono notare segnali di allerta come gonfiore del barattolo, separazione dell’olio, cambi di colore e presenza di bolle.
I sintomi compaiono tra le 18 e le 36 ore dopo l’ingestione e includono:
- Visione offuscata o doppia
- Difficoltà a parlare e deglutire
- Secchezza della bocca
- Stipsi e ritenzione urinaria
- Paralisi respiratoria nelle forme più gravi
Il trattamento prevede somministrazione di antitossina eptavalente, supporto respiratorio e, nei casi critici, ventilazione meccanica. La guarigione completa può richiedere mesi.
L’Italia e i numeri del botulismo
Con 452 casi confermati dal 1986 al 2023, l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di episodi di botulismo, concentrati soprattutto al Sud, dove è più diffusa la preparazione di conserve artigianali non sicure.
In un contesto segnato da tradizione e pratiche domestiche diffuse, l’emergenza attuale richiama alla massima attenzione su sicurezza alimentare e corretta informazione.