La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un cittadino nigeriano di 38 anni, residente a Parma, annullando il decreto di convalida dell’espulsione emesso dal Questore di Mantova. Il provvedimento non ha considerato la «mancanza di necessità ed urgenza dell’espulsione», come si legge nella sentenza della Suprema Corte. Inoltre, il decreto non ha valutato adeguatamente i legami familiari del cittadino nigeriano, che si trovava in Italia per sposarsi con una cittadina italiana. Lo scrive Il Giorno.

L’uomo, espulso in seguito a una sentenza del giudice di pace di Parma, ha visto il suo futuro andare in fumo. Dopo il decreto del Questore di Mantova, il 38enne è stato trattenuto in un centro per rimpatri (Cpr) e poi espatriato in Nigeria. Il legale che lo assiste, l’avvocato Claudio Defilippi del foro di Milano, ha dichiarato: «Chiederemo un milione di euro per danni morali al Ministero dell’Interno». La richiesta di risarcimento si basa sulla perdita dei legami familiari e sul danno morale subito.

La sentenza della Cassazione, pubblicata martedì, ha messo fine a una vicenda iniziata oltre un anno e mezzo fa. Il provvedimento di espulsione risulta illegittimo perché non ha tenuto conto dei vincoli familiari, come il matrimonio imminente, e manca di una motivazione adeguata sull’interesse pubblico all’allontanamento dello straniero.

L’avvocato Defilippi ha sottolineato: «Il mio cliente ha perso tutto: matrimonio, famiglia e la possibilità di diventare cittadino italiano. La Cassazione ha riconosciuto l’illegittimità del trattenimento e dell’espulsione, e ora chiediamo giustizia».

La Cassazione ha anche condannato il Ministero dell’Interno al pagamento delle spese legali, per un totale di 3.900 euro, includendo 2.200 euro per il giudizio di legittimità e 1.700 euro per il primo grado. Il cittadino nigeriano spera di poter rientrare in Italia al più presto.