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Si è spenta una delle più grandi bandiere del calcio italiano. Aldo Agroppi, a cavallo fra gli anni ’60 e ’70 bandiera del Torino, è morto a Piombino, sua città natale, nelle scorse ore. Per dieci anni ha vestito la maglia granata conquistando due Coppe Italia e diventando uno dei simboli della formazione piemontese. Particolarmente affezionato alla realtà del Toro, è stato uno dei tecnici più particolari e divisivi degli anni ’80. Positive le esperienze con il Perugia, rapporto invece conflittuale con la Fiorentina. Rischiò infatti il linciaggio da parte degli ultras viola nella sua prima esperienza al Franchi per una mancanza di rispetto, secondo i sostenitori della formazione toscana, nei confronti di Gianfranco Antognoni.
Aldo Agroppi e il legame con la Torino granata
Aldo Agroppi, nato a Piombino nel 1944, iniziò il proprio percorso col Torino sin dalle giovanili per poi girovagare fra Genoa, Ternana e Potenza prima di tornare, nel 1967, al Torino in pianta stabile. All’ombra della Mole, così diversa dalle acciaierie che caratterizzavano la sua città natale, divenne un perno della formazione che conquistò i primi trofei dai tempi di Valentino Mazzola. Le due Coppa Italia vinte entrambe contro il Milan gettarono le basi per quella che poi divenne la squadra capace di conquistare lo scudetto nel 1975-76, ironia della sorte primo campionato senza Agroppi dal 1967. Due i nipoti di Agroppi che hanno seguito le sue orme: si tratta di Andrea Luci, capitano e bandiera del Livorno, e di Alessandro Raimo, terzino attualmente in forza al Catania in Serie C.