L’asse mafioso tra Luigi Abbruzzese e Roberto Porcaro, di cui parla la Dda di Catanzaro nel processo “Reset“, rito abbreviato, è ormai noto dai tempi di “Testa di Serpente“, l’antipasto investigativo del maxi procedimento penale contro la ‘ndrangheta cosentina. “Reset” ha consolidato quei rapporti emersi durante la fase delle indagini, ovvero quando la polizia e i carabinieri erano sulle tracce del presunto “reggente” del clan degli “zingari” di Cosenza e del presunto “reggente” della cosca “Lanzino-Patitucci” di Cosenza.

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Di Luigi Abbruzzese e Roberto Porcaro ne ha parlato in maniera dettagliata il pubblico ministero antimafia Corrado Cubellotti, che ha ereditato dal collega Camillo Falvo, oggi procuratore capo di Vibo Valentia, il fascicolo “Testa di Serpente“, mentre ha coordinato in prima persona, insieme al magistrato Vito Valerio (e con la collaborazione dei pm di Cosenza Margherita Saccà e Giuseppe Cozzolino), l’inchiesta “Reset“, che tenta di dimostrare come i gruppi criminali di Cosenza, Rende e Roggiano Gravina, si fossero confederati dipendendo tutti dal boss Francesco Patitucci.

Il pm antimafia Corrado Cubellotti, nell’udienza svoltasi il 27 novembre presso l’aula bunker del tribunale di Catanzaro, ha parlato sostanzialmente del gruppo degli Abbruzzese “Banana” e delle fitte relazioni di tipo illecito tra Luigi Abbruzzese e Roberto Porcaro, posizione delineata nelle precedenti sedute processuali dal togato Vito Valerio. Un argomento su cui torneremo più avanti. Prossima udienza di “Reset” fissata per il 9 dicembre, mentre le richieste della Dda di Catanzaro saranno avanzate il 21 dicembre.