Si è chiuso con pesanti condanne il rito abbreviato del processo “Gallico”, celebrato davanti al gup di Reggio Calabria, che ha inflitto 20 anni di reclusione ciascuno a Domenico Mariano Corso e Antonino Crupi, ritenuti ai vertici della cosca della ‘ndrangheta attiva nella zona nord della città.

Condanne significative anche per gli altri imputati:

  • Antonio Utano: 13 anni e 9 mesi
  • Antonio Laruffa: 9 anni
  • Pasquale Cartisano: 14 anni
  • Rocco Marconese: 9 anni e 4 mesi
  • Lorenzo Alberto Martino: 8 anni
  • Antonio Cangemi: 8 anni
  • Luigino Molinetti: 8 anni
  • Salvatore Giuseppe Molinetti: 5 anni e 4 mesi
  • Francesco Foro: 1 anno e 4 mesi (pena sospesa)
  • Antonio Randisi (collaboratore di giustizia): 1 anno e 2 mesi

Assolta l’unica imputata donna, Emanuela Morabito.

Le accuse

L’indagine della Polizia di Stato – che portò all’operazione “Gallico” con circa 40 indagati – ha fatto emergere un quadro di assoluto dominio territoriale da parte del clan. Secondo la DDA di Reggio Calabria, il gruppo esercitava un controllo “asfissiante” sui quartieri a nord della città, gestendo estorsioni, traffico di marijuana, intestazioni fittizie di beni e imponendo manodopera o fornitori agli imprenditori. Chiunque avesse voluto aprire un’attività era obbligato a ottenere la “messa a posto”, il permesso rilasciato dai boss in cambio di denaro o altre utilità. Emersi anche episodi legati ad omicidi e lotte per il predominio criminale.

Le misure accessorie

Oltre alla reclusione, tutti i condannati sono stati dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e sottoposti, una volta espiata la pena, alla misura di sicurezza della libertà vigilata (per tre anni i principali imputati, per uno gli altri).

Il giudice ha inoltre ordinato la confisca delle società già poste sotto sequestro, considerate riconducibili al clan. Un duro colpo per una delle storiche cosche della città, il cui potere – come confermato dalle indagini – si esercitava con metodi mafiosi radicati nel tessuto sociale ed economico di Reggio Calabria. (Elisa Barresi)