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«Il virus non ci ha colti impreparati, questo voglio sottolinearlo. Da febbraio abbiamo un protocollo di sicurezza e lo stiamo rispettando. Tutti gli operatori hanno sempre indossato i dispositivi di protezione individuale, e prima del caso di questo paziente erano risultati tutti negativi ai test di controllo».
Raffaele Cirone è il direttore sanitario dell’ospedale di Castrovillari dove un paziente, qualche giorno fa, è risultato positivo al Covid-19. L’uomo, che vive da solo, è arrivato al Pronto Soccorso in seguito a una caduta e successivamente ha iniziato a manifestare qualche fastidio respiratorio. «Ma si trattava di disturbi poco specifici – spiega il dottore Cirone – uno starnuto non può subito far pensare al Coronavirus, nessuno sospettava che ci fosse il rischio che avesse contratto il Covid-19, perché i segni che manifestava non andavano in quella direzione».
A Cosenza tamponi per tutti, mentre a Castrovillari…
Cirone sottolinea che l’ospedale, per sicurezza, aveva comunque richiesto un tampone. «Quando abbiamo capito che le sue condizioni di salute non giustificavano la permanenza in ospedale, si è pensato di trasferire il paziente in una Rsa che ha subito richiesto un tampone e l’ha ottenuto prima di noi». In alcuni ospedali, come quello di Cosenza, ogni paziente ricoverato anche per patologie che non hanno nulla a che vedere con il Covid-19, viene sottoposto a tampone, in altri è una prassi che non avviene, come a Castrovillari.
«Consideri che ci sono pazienti che arrivano in ospedale con infarti in corso, in cui il tempo è un fattore importantissimo, e non c’è la possibilità di fare tamponi immediatamente. E poi c’è anche la questione sul numero di test disponibili, non ne abbiamo così tanti da usare anche per chi entra a ritirare un’analisi». Per capire se il paziente ha trasmesso il virus anche agli operatori sanitari e ad altre persone, occorrerà aspettare.
I contatti che ha avuto l’uomo positivo al coronavirus
«Immediatamente abbiamo avviato l’indagine epidemiologica – dice Cirone -, non è stato semplice perché il paziente è stato sia in Pronto Soccorso che in Medicina, quindi abbiamo dovuto rintracciare tutti i pazienti che si sono trovati in quei giorni nei reparti, anche se stiamo pensando di ridurre la cerchia dei sospetti a chi effettivamente ha avuto contatti con l’uomo».
Lo screening è partito oggi. «Stamattina hanno eseguito tra i 40 e i 50 tamponi. Per avere il risultato dovremo aspettare la settimana prossima perché qui non abbiamo i laboratori autorizzati ad analizzare i tamponi». Laboratori che a quanto pare sono tutti impegnati. «Quando c’è una situazione del genere, i test vengono congelati e messi in attesa. Forse su questo dovremmo fare passi in avanti».
«Questo non è un altro caso Torano»
Intanto tutti gli operatori, anche quelli che saranno o sono stati già sottoposti a tampone sono regolarmente a lavoro. «Non possiamo permetterci di lasciare tutto il personale a casa, così si ferma l’ospedale e combiniamo disastri. Ripeto, abbiamo sempre rispettato i protocolli di sicurezza. È impossibile pensare che in un ospedale non entri mai un soggetto malato di Covid-19. Qui in Broncopneumologia abbiamo avuto 10 pazienti affetti da SarsCov2, ma non per questo il virus è circolato in ospedale. Quello che conta è come reagire rispetto a un fatto».
«Posso dire che abbiamo agito con tempestività trasferendo il paziente a Cosenza, nel reparto di Malattie Infettive, e poi abbiamo inoltrato le richieste per i tamponi. Questo non è un altro caso Torano, non posso avere la certezza che i tamponi che saranno fatti daranno esito negativo, ma me lo aspetto». Cirone ribadisce che nessun reparto dell’ospedale di Castrovillari è bloccato. «Prima di prendere una decisione simile occorre aspettare i risultati dei tamponi. Io ho detto dall’inizio di questa storia che fa più danni la paura del virus del virus stesso».