Sempre meno artigiani in tutta Italia. Un lavoro ereditato dallo scorso secolo e da quelli precedenti ancora che man mano sta scomparendo. I dati sono eloquenti e parlano chiaro, sebbene la Calabria resti un baluardo. L’inesorabile scomparsa delle botteghe nella nostra regione è più lenta che altrove, come testimoniano i dati diffusi dal Cgia di Mestre che ha stilato la classifica nazionale delle cessazioni dal 2012 al 2022.

Nonostante il trend sia in discesa anche dal Pollino allo Stretto, le percentuali sono lontane dal -27% fatto registrare da Vercelli e Teramo. Cosenza e la sua provincia, però, fanno eccezione e pesa il -16,4%. Per farla breve, si è passati da 15065 attività a 12588 (-2.588).

Tra le province calabresi, Reggio è quella che ha subito la flessione minore, con 7,2% di artigiani in meno dal 2012 al 2022, essendo passata da 10560 unità a 9797 (-763); segue Vibo Valentia, con 319 artigiani che hanno appeso gli attrezzi al chiodo, passando da 3223 a 2904, pari a -9,9%; va peggio a Catanzaro (-14,9%), passata da 7824 attività artigiane alle attuali 6662 (1. 162 in meno); c’è poi Crotone (-16,0%), che ha visto chiudere 582 attività, passando da 3638 a 3056.

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