Una foto che i cosentini tengono conservata come grande vanto. Diego Armando Maradona, fascia al braccio, in mezzo allo stadio San Paolo mentre stringe la mano a Gigi Marulla. Il capitano dei lupi, sorridente come non mai, prima di una partita di Coppa Italia al San Paolo. Sono due icone delle loro città adottive e si sono affrontati in quell’occasione. Per i tifosi rossoblù, il fatto che il più grande giocatore di ogni epoca abbia potuto affrontare la loro squadra del cuore, è ragione d’orgoglio. In campo, in quella partita, c’era anche Ciccio Marino, che faceva il terzino destro: «In pratica ho passato novanta minuti ad evitare di marcarlo – ci dice, ridendo, al telefono – perché non volevo fare figuracce»

Marino a chi toccò l’ingrato compito di marcare Maradona?

«Mi pare che fu Max a prenderlo in consegna (Massimiliano Catena, ndr). Un onore, certo, ma anche un onere non da poco. Io dovevo mettermi a uomo su Careca: compito non semplice, per carità, ma meglio di marcare Diego…»

Cosa ricorda di quella partita?

«Innanzitutto l’ingresso in campo: l’arbitro era davanti a tutti, noi eravamo pronti e il Napoli pure, mancava solo lui. Ventuno persone ad aspettare Maradona. In quel periodo stava male, i compagni ci dissero che stava facendo delle infiltrazioni alla caviglia. Dopo un po’ sentimmo i passi di Diego alle nostre spalle. Arrivò, strinse la mano a tutti e a tutti fece l’in bocca al lupo, fossero compagni o avversari. Si mise alla testa del Napoli quando l’arbitro era già sugli scalini e, solo quando lui l’ebbe raggiunto, gli disse: “Ora possiamo entrare”.

Maradona un Dio, insomma

«Io non so se i miei ricordi siano nitidi, ma se non vado errato c’erano quarantamila persone in quello stadio, tutte arrivate solo ed esclusivamente per lui. Immaginate di uscire dal tunnel e trovarsi davanti lo spettacolo del San Paolo che canta per Diego».

Ma c’è anche un’altra vicenda che riguarda da vicino sia lei, sia Maradona.

«Non lo dimenticherò mai. Era forse il primo anno di Serie B, ora non ricordo benissimo, sotto dicembre. Entrammo nello spogliatoio e trovammo un biglietto d’auguri. Pensavamo fosse qualcosa di scontato, invece lo aprimmo e c’era scritto: “Buon Natale a tutti, Diego Armando Maradona“. No, non era per niente scontato. Come lui, d’altronde».