Mettiamo le mani avanti: a Massimiliano Alvini, Gennaro Delvecchio e a coloro che sono scesi in campo vanno solo applausi. A ds e tecnico del Cosenza Calcio per aver formato una squadra con poche risorse e averla resa capace di giocarsela contro una formazione di Serie A come il Sassuolo, ai ragazzi per l’impegno profuso in ogni gara. Nessun tifoso dei Lupi fischierà mai questi calciatori. Perché dimostrano attaccamento, passione e grinta. Perché portano la maglia addosso finché non hanno più energie. Perché cercano di dare sempre molto oltre il 100%. Gli applausi al triplice fischio del match del Mapei lo dimostrano: i tifosi sono con la squadra. Ma gli stessi applausi si fermano a questi tre elementi. Il resto è stato già bocciato.

Cosenza Calcio, i cori contro Guarascio dopo 30 secondi

Partendo da Eugenio Guarascio. Dopo neanche trenta secondi dal fischio d’inizio, dal settore ospiti si è levato il primo coro contro il proprietario di Ecologia Oggi. Una contestazione che fa il paio con quella avvenuta durante il derby, sia prima sia dopo il gol del Catanzaro, ma anche dopo il triplice fischio. Il rapporto fra il patron del Cosenza Calcio e i suoi tifosi sembra ormai irrimediabilmente compromesso. L’ago della bilancia è stato il caso dei biglietti nel match di Santo Stefano e forse neanche il mercato potrà ricucire. Perché se giochi in Serie B contro la capolista e loro mettono Moro, ex centravanti titolare del Frosinone promosso in Serie A, tu non hai granché da recriminare se non l’impossibilità di muoverti nella fase di acquisti come vorresti.

Il mercato che verrà, sperando in un miracolo di Delvecchio

E ancora: il ds Delvecchio ha fatto ciò che ha potuto, portando a casa venti giocatori di proprietà. Non è un problema di direttori sportivi, non lo è mai stato. Anzi, potremmo dire che, in modo molto amaro, il Cosenza Calcio di Guarascio è una grande palestra: costretti a fare mercati al centesimo, i vari ds che si sono alternati in via degli Stadi hanno trovato posizioni di prestigio in Serie A. Meluso, Trinchera, Goretti, Gemmi, tutti loro sono stati o sono attualmente al livello più alto del calcio italiano. Insomma, se c’è un problema non è nell’uomo che fa il mercato né nell’uomo in panchina. È evidente, allora, che il punto risieda altrove. Il patron deve investire per la prossima sessione: c’è bisogno di qualità per non sprofondare in Serie C. Ma, in questo senso, non sembrano esserci comunicazioni. Perché il confronto non dev’essere necessariamente con il Sassuolo.

Il Cosenza Calcio fra mercato e futuro

Il primo nome uscito per il mercato è quello del centravanti scuola Lazio, attualmente alla Juve Stabia, Gabriele Artistico. Un centravanti classe 2002 che a Castellamare ha trovato pochissimo spazio e che vorrebbe avere un’altra chance in Serie B. L’anno scorso l’attaccante ha trascinato di forza ai playout la Virtus Francavilla con 12 reti, un bottino decisamente cospicuo per una formazione poi finita in Serie D. Magari si rivelerà il miglior centravanti nella storia dei Lupi, ma per salvarsi subito servono calciatori di categoria. Una richiesta che a Guarascio è stata fatta a più riprese dai tifosi, ma che il proprietario ha rispettato soltanto un anno fa. La speranza è che Gennaro Delvecchio non sia costretto, come i suoi predecessori, a fare (di nuovo) le nozze coi fichi secchi. Perché né lui, né Alvini, né coloro che hanno rappresentato il Cosenza Calcio in campo finora lo meritano.