Al termine di Cosenza-Modena, Pierantonio Tortelli è sceso in sala stampa per rispondere alle domande dei giornalisti sul match pareggiato. «È stata una partita equilibrata e combattuta. Noi veniamo da uno stato d’animo un po’ diverso da loro, per questo secondo me i ragazzi hanno fatto molto bene. Non è facile riprendersi da un cambio d’allenatore».

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Tortelli parla poi del lutto che ha sconvolto la squadra ieri mattina. «La morte del padre di Luca Garritano ci ha toccato, i ragazzi hanno una grande sensibilità soprattutto per quanto riguarda i rapporti interpersonali. Stiamo diventando ancora più squadra». Poi torna sul campionato e sull’obiettivo playout. «Il compito non è difficile, di più, ma le prospettive sono ottime e rosee. Si è vista quantomeno una squadra viva che vuole raggiungere qualcosa di impossibile. Non ci è andata bene oggi, ma daremo battaglia contro tutti: il nostro obiettivo è difendere questi colori».

Cosenza-Modena, Tortelli: «I tifosi sono stati uno spettacolo»

Il tecnico bresciano, dopo Cosenza-Modena, è tornato spesso sull’aspetto mentale della squadra. «Anche con i ragazzi stiamo iniziando a conoscerci, la situazione mentale fa la differenza. Ogni errore lo paghiamo a caro prezzo, non dobbiamo subire gol: se non li prendiamo, un gol lo facciamo». Un plauso poi ai 756 cuori rossoblù giunti in Emilia-Romagna. «I tifosi? Uno spettacolo, sono venuti qui e ci hanno incitato. Io sono di Brescia, ma le soddisfazioni che danno questi tifosi non le ho mai viste. Dobbiamo ricambiarle»

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Sul lavoro in duo con Belmonte, dopo l’esordio in Cosenza-Modena Tortelli non ha dubbi. «Questo è un po’ il calcio del futuro. Gli allenatori vengono cambiati anche un po’ troppo facilmente. Io da vent’anni sono nel Cosenza e sono reputato un uomo della società. Quando mi chiamano vado a fare delle cose che reputo giuste. Con Belmonte ci scambiamo opinioni, idee. L’importante è non confondere la squadra ma essere chiari e decisi. Sono i giocatori che fanno l’allenatore». E su eventuali cambi tattici: «Non abbiamo il tempo per cambiare, abbiamo solo dieci partite. Se togliamo ai ragazzi le certezze creiamo confusione. Parliamo molto coi ragazzi e decidiamo noi. Loro hanno qualità, ma devono essere mentalmente a posto»