Nell’ormai lontano 2021, più precisamente, l’8 marzo di quell’anno, il presidente Eugenio Guarascio rilasciò una dichiarazione che fece scalpore. «Ci sono tifosi che scimmiottano ambienti di avvoltoi». Una frase che creò un putiferio, una delle tante uscite “no” del numero uno di via degli Stadi. In quel contesto, la squadra a fine anno retrocesse. Qualcuno ancora sosteneva che i conti a posto fossero la qualità di Guarascio. Ma il -4 comminato a inizio anno ha fatto cadere l’ultimo baluardo della proprietà rossoblù e il caos biglietti di Cosenza-Catanzaro è stata la picconata definitiva.

Cosenza-Catanzaro, i tifosi si stringono attorno alla squadra

E se il derby, la madre di tutte le partite, Cosenza-Catanzaro, è partita sotto una cattivissima stella, i tifosi come hanno reagito? Come sanno fare, ovverosia escludendo dal novero degli imputati staff e calciatori. Nessuna destabilizzazione, nessuna critica accesa. Al termine del match contro la Carrarese, i tifosi presenti si sono confrontati pacificamente con Alvini, Delvecchio e i calciatori. È stato fatto notare come la rosa non sia all’altezza del campionato e di come ci sia necessità di intervenire sul mercato. Al contempo è stato ringraziato il tecnico per quanto svolto finora. Insomma, un confronto pacifico, di appoggio, di sostegno. Nonostante quanto fosse accaduto neanche ventiquattr’ore prima, con i tagliandi delle Curve messi a trenta euro.

Per i Lupi è davvero la partita della vita

E adesso? E adesso testa bassa e lavorare sul derby. Cosenza-Catanzaro non è una partita come le altre. Vale tre punti come le altre, certo, ma per una tifoseria che da anni soffre senza mai staccarsi dalla squadra, il derby è quella data cerchiata in rosso sul calendario. E non solo perché è Santo Stefano e quindi è festivo. Nessuno potrà imputare a questi tifosi di non stare vicini alla squadra. Nessuno potrà avere il coraggio di dirlo. Di sicuro non sono loro a destabilizzare un ambiente che, da polveriera, rischia seriamente di trasformarsi in una Royal Rumble.