Arriva la sentenza di non luogo a procedere per Giancamillo Mosciano, accusato dalla procura di Cosenza di detenzione illecita ai fini di spaccio. Ecco perché ha prevalso la linea difensiva.

Nella giornata di ieri dinnanzi al Gup del Tribunale di Cosenza Letizia Benigno, si è celebrata l’udienza preliminare del processo che vedeva imputato Giancamillo Mosciaro per detenzione illecita ai fini di spaccio di una notevole quantità di sostanza stupefacente del tipo marijuana,  rinvenuta all’interno del proprio esercizio commerciale “Cicileo Cannabis Store” situato a Cosenza.

La ricostruzione dei fatti

Il 24 settembre 2018, la Squadra Mobile della Questura di Cosenza aveva infatti trovato all’interno dei locali del “Cicileo Cannabis Store” 1772,57 kg di marijuana, di cui, all’esito delle analisi di rito, 428 grammi risultavano avere un valore THC superiore ai limiti di legge.

La difesa di Giancamillo Mosciaro, rappresentato dell’avvocato Riccardo Maria Panno del foro di Cosenza, ha sostenuto come le analisi operate dalla polizia giudiziaria fossero inutilizzabili, sia perché effettuate senza dare avviso alla difesa del compimento dell’atto e sia perché non eseguite su campioni omogenei di sostanza.

Inoltre, sebbene la percentuale di THC della marijuana in sequestro superasse di ben 8 volte i limiti consentiti dalla legge, la produzione delle fatture d’acquisto, corredate dalle analisi sulla sostanza effettuate dal venditore, avevano indotto in errore Mosciaro ritenendola assolutamente conforme alla legge. Difettava, dunque, a parere della difesa, il profilo soggettivo del reato contestato. 

A seguito dell’udienza, la dottoressa Benigno non ha potuto che accogliere le conclusioni della difesa, pronunciandosi con una sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Giancamillo Mosciaro perché il fatto non costituisce reato.